Sono piccoli, quasi microscopici, ma quando si presentano fanno scoppiare il panico negli asili e nelle scuole. Sono i PIDOCCHI, parassiti che da sempre "accompagnano" l'uomo e che, ancora oggi, malgrado le migliorate condizioni igieniche dei Paesi industrializzati, scatenano vere e proprie infestazioni, soprattutto tra i bambini. Il pidocchio più pericoloso è quello del capo, senza dubbio il più diffuso, ma esistono anche due suoi "cugini": il pidocchio del corpo e quello del pube, conosciuto anche come piattola.

IL PIDOCCHIO DEL CAPO

É quello con cui ci si trova più di frequente a fare i conti, colonizzatore soprattutto della testa degli scolari. Lungo 2-4 millimetri, di colore grigiastro, ha un corpo a forma ovoidale ed è munito di zampette "uncinate" che gli consentono di spostarsi su e giù per il capello senza perdere la presa.

Di solito se ne sta ben ancorato a un paio di centimetri dal cuoio capelluto, ma si concede anche delle discese per perforare la cute e succhiare il sangue del malcapitato ospite. In corrispondenza di questo "morso", poi, deposita un particolare liquido che è la causa dell'intenso prurito che porta i bambini a grattarsi di frequente la testa.

Fattasi adulta, la femmina del pidocchio, che ha una vita di circa 3 settimane, depone le uova, dette LENDINI, opalescenti, di colore biancastro, di forma allungata e della lunghezza di circa un millimetro. Facilmente scambiabili con la forfora, a differenza di quest'ultima le ledini rimangano saldamente aggrappate al capello (anche dopo un shampoo normale) grazie a una potente colla naturale. Nel giro di una settimana, le uova si schiudono facendo uscire una "ninfa" che, di fatto, ha già la forma del parassita adulto, sebbene per diventarlo effettivamente necessiti di tre mute portate a termine in una decina di giorni. A quel punto il ciclo ricomincia.