Fecondazione eterologa: cosa cambia in Italia
Dichiarato incostituzionale il divieto che impedisce il ricorso a un donatore esterno, che dovrà rimanere anonimo e agire gratuitamente, nei casi di infertilità assoluta di uno dei due partner all'interno della coppia. La Legge 40 recepisce, insomma, quelle che sono le normative europee.
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di Alessia Altavilla La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il divieto, contenuto nel comma 3 dell’articolo 4 della legge 40, a ricorrere alla fecondazione eterologa per le coppie all’interno delle quali sia accertato un caso di infertilità assoluta di uno dei due partner. accogliendo in questo modo le richieste dei tribunali di Milano, Firenze e Catania con motivazioni che saranno rese note sulla Gazzetta Ufficiale tra circa un mese dal verdetto (9 aprile). UNA LEGGE CONTROVERSA
La sentenza apre di fatto la strada, anche in Italia e accogliendo quelle che sono le richieste dell’Unione Europea in materia di fecondazione assistita, al riconoscimento del diritto della coppia, che dovrà, comunque, essere formata da persone di sesso diverso, maggiorenni, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile e in vita, di ricorrere a tecniche di procreazione assistita con donazione di gameti.
Non cambiano, invece, i divieti in merito alla commercializzazione dei gameti e il fatto che il donatore o la donatrice debbano agire gratuitamente e rimanere anonimi.
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La Legge 40 nei suoi quasi 10 anni di vita è andata incontro a numerose contestazioni. Non solo da parte delle coppie con problemi di fecondità che si sono viste costrette, troppo spesso, ad andare all'estero dove le normative in merito sono completamente diverse da quelle nostrane, ma anche da parte di ginecologi e ricercatori a cui, di fatto, impediva di fare il proprio lavoro. Al contempo, però, nel corso dei suoi 10 anni è stata più volte smantellata a suon di sentenze che di fatto hanno dapprima impedito l'impianto contemporaneo di tutti gli embrioni ( 2008), poi l'obbligo diagnosi di reimpianto (sempre nel 2008), quindi quello di produzione di più di 3 embrioni nel 2009 e oggi quello di eterologa. In attesa di giudizio, invece, il divieto di accesso alle coppie fertili ma portatrici di patologie genetiche.
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