Perché la piccola Ferragnez è nata in una sala parto con le luci viola
Avvolta da luce viola e con una lucina rossa in mano. La piccola Vittoria Lucia Ferragni è venuta al mondo secondo i principi della cromoterapia che stanno cambiando l'illuminazione all'interno delle sale parto.
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di Alessia Altavilla
La prima foto della piccola Vittoria Lucia Ferragni, nata il 23 marzo presso la Clinica Mangiagalli di Milano, la ritrae già meravigliosa illuminata da una rilassante luce blu tendente al violetto.
La piccola, infatti, che in poche ore è riuscita ad attirare gli sguardi, i commenti e i like, di tutta la nutrita folla di follower dei noti genitori, è nata in una sala parto all'avanguardia che applica i principi della cromoterapia all'illuminazione delle stanze, in modo da regalare alla partoriente, al papà e a tutta l'equipe medica presente, serenità e un senso di tranquillo rilassamento.
Si tratta di luci biodinamiche utilizzate finora soprattutto per migliorare il ritmo sonno-veglia in persone affette da demenza e che, da quanto ci ha fatto scoprire Chiara Ferragni, vengono adottate anche in alcune strutture ospedaliere per favorire una sensazione di benessere a tutti durante il parto.
LE LUCI DELLE SALE PARTO
Sebbene questa della cromoterapia in sala parto sia una realtà ancora sconosciuta ai più, molto si sa, invece, degli effetti benefici della cromoterapia durante le ore del travaglio e del parto.
Alcuni studi, di cui il più recente effettuato dall'Università di San Paolo in Brasile, infatti, dimostrano come l'uso di luci soffuse nelle ultime ore prima del parto, aiuti la futura mamma a rilassarsi e a vivere con più intensità e naturalezza la nascita del bambino.
Non solo. Sembrerebbe anche che la luce determini anche il comportamento del personale medico, più tranquillo e rilassato se l'illuminazione non è quella classica gialla da sala operatoria.
Il viola, poi, è universalmente riconosciuto come un colore calmante, capace di attenuare le emzoioni negative, e di rilassare il sistema nervoso e i muscoli.
Particolarmente, indicato, dunque, nelle fasi del travaglio prima e del parto poi.
Per il momento, non sono molte le strutture ospedaliere che utilizzano la cromoterapia e le luci biodinamiche al loro interno.
La notorietà che, però, ha conferito a questa pratica la neomamma Chiara, forse, farà si che pian piano diventi prassi consolidata, adottata su larga scala dalla maggior parte degli ospedali, per il beneficio di tutte le future partorienti.
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