Il latte come una volta (anche in città)
Si chiama “latte crudo” ed è il latte allo stato naturale, non pastorizzato e sterilizzato. Per riscoprire i sapori di una volta, risparmiare e ridurre la produzione di rifiuti.
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di Alessia Altavilla In pratica funziona così. Ci si presenta presso il distributore più vicino alla propria abitazione (il numero dei punti di distribuzione è in continuo aumento. Per la mappa completa cliccate qui) muniti di bottiglia di vetro (in alcuni casi, per esempio presso alcuni distributori cittadini, il latte è già confezionato per questioni igieniche) e moneta (il costo è mediamente di un euro per ogni litro di latte acquistato), si sceglie la quantità desiderata (un litro, mezzo litro, 20cc…), si paga e… voilà, il latte crudo è pronto per essere bevuto.
Per maggiori informazioni, per fare richiesta di un distributore di latte, per chiedere, per esempio, che i distributori vengano installati nelle scuole (accanto, magari, a quelli delle merendine) e nei locali pubblici, www.milkmaps.com.
Si definisce latte crudo ed è il latte allo stato naturale, prima ancora di subire qualsiasi trattamento di pastorizzazione o sterilizzazione e prima di essere impacchettato e messo su strada per la grande distribuzione. È il latte di una volta. Soltanto refrigerato e filtrato dopo la mungitura. Il latte di cui ancora possono parlarci nonni e vecchi zii, abituati a bere il latte così come era, come mucca lo faceva, si potrebbe dire.
Niente cartoccio, niente data di scadenza, niente marchio. Solo latte. Spillato nella propria bottiglia di vetro. Per riscoprire un sapore ormai andato perduto, per risparmiare (il latte crudo, infatti, costa leggermente meno del latte confezionato) e per contribuire, anche se in piccola parte, alla riduzione dei rifiuti e dell’inquinamento, dal momento che il latte crudo non deve fare grandi viaggi a bordo dei camion per arrivare a destinazione (i distributori di latte sono dislocati un po’ ovunque) e dal momento che non viene impacchettato.
Una volta a casa il latte crudo, che rispetto al latte pastorizzato, è più cremoso, saporito, denso e ricco di vitamine e proteine, si conserva 2 giorni crudo, 4 o 5 giorni se bollito.
I distributori vengono ricaricati quotidianamente e il latte avanzato, anziché essere buttato come avviene nei supermercati nel caso del latte confezionato, viene riutilizzato per farne ricotta o formaggio.
Insomma, esattamente come avveniva una volta, quando ogni alimento aveva un valore e nulla andava sprecato.
I vantaggi sono, quindi, chiaramente innumerevoli (e, per altro, il latte crudo è davvero più buono). Lo svantaggio consiste nel fatto di non poter disporre del latte ogni volta che lo si desidera semplicemente “scendendo al negozietto sotto casa”.
Se, quindi, il latte crudo non può rappresentare una soluzione per tutti (chi lavora, chi vive in città, chi non ha la possibilità di raggiungere i distributori…), indubbiamente va provato almeno una volta, magari organizzando una gita con i bambini per scoprire i luoghi dove il latte viene prodotto, per conoscere da vicino la vita di campagna, per vedere le mucche che il latte lo producono. E per calarsi, anche solo per una giornata, in una meravigliosa situazione bucolica.
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