Commenti all'articolo

Armi di istruzione di massa

Leggi articolo

  • Commento inserito da Cecilia per patty il 16 ottobre 2008 alle ore 18:17

    l'assenza dei genitori "stranieri" alle riunioni può forse essere dovuta al fatto che molto spesso gli stranieri svolgono dei lavori e operano in contesti in cui diventa problematico assentarsi durante l'orario lavorativo?
    Magari proviamo anche a mettere in conto che le condizioni familiari di queste famiglie si possono discostare dalla famiglia italiana "tradizionale"...
    Ogni cultura ha inoltre le proprie peculiarità, usanze, abitudini.. stiamo attenti a non confondere e scambiare per disinteresse quelle che sono semplici differenze culturali o comportamentali..
    Il fatto che le abitudini siano differenti da quelle classiche a cui siamo abituati non ci deve portare a giudicarle automaticamente come "negative" o strane..
    Il fatto che i genitori stranieri siano i primi a non volersi integrare mi sembra un po' un luogo comune.. chi vorrebbe vivere "da emarginato"?
    Invece che "classi ponte" io proporrei dei seminari rivolti ai genitori (a tutti i genitori, italiani in primis) per far capire loro i "difficili" concetti di diversità e intercultura..

  • Commento inserito da Livia il 16 ottobre 2008 alle ore 18:13

    Brava antonia. Sono d'accordo con te. Siamo tutte preoccupate che i bambini i nostri bambini abbiano il meglio, e poi, però, quando si tratta degli altri l'unico sentimento che ci anima è l'egoismo.

    Per Patty. E' vero. Gli extracomunitari partecipano poco alla vita sociale di noi italiani. Ma io penso che abbiano una vita molto più complicata della nostra, una vita sradicata. A certe cose ci arriveranno pian piano. Come ci siamo arrivati noi.
    Ho letto anche il parere dell'esperta. E mi sembra sensato. Un percorso pedagogico per i bambini stranieri che parta dal presupposto del bilinguismo. Ma per questo non sono sufficienti gli insegnanti di sostegno?

  • Commento inserito da patty il 16 ottobre 2008 alle ore 18:04

    Io credo che tutti vogliamo che i bambini stranieri si integrino nella nostra scuola e società,ma i loro genitori lo vogliono?Io personalmente alle riunioni di classe o ai colloqui ho visto partecipare ben pochi genitori di bambini extracomunitari.Quindi servirebbeun anno ponte per tutti

  • Commento inserito da Antonia il 16 ottobre 2008 alle ore 17:26

    Vorrei chiedere a tutti quei genitori che sono d'accordo con il test d'ingresso per i bambini extracomunitari, se provassero a mettersi almeno un pò nei panni di chi deve faticare per integrarsi
    , a come si sentirebbe il proprio figlio se anzichè essere accolto e quindi facilitare sia l'inserimento che la lingua, venisse "ghettizzato" e messo alla prova.
    Parliamo di bambini ricordiamocelo sempre, i bambini vanno aiutati non emarginati.

  • Commento inserito da STEFY il 16 ottobre 2008 alle ore 16:22

    Qesto e' il mio pensiero il problema non sono i bambini stranieri , ma la gestione e l'organizzazione della scuola. Bisogna fare i test agli insegnanti prima di farli inziare questo ruolo fondamentale e importante per la crescita e lo sviluppo dei bambini. Purtroppo spesso ci sono persone ad insegnare che non sono neanche in grado di portare avanti una classe d tutti bambini italiani.

  • Commento inserito da Donatella il 16 ottobre 2008 alle ore 15:29

    Ho molto a cuore questo argomento come madre ed insegnante. La riforma non tiene conto delle indicazioni pedagogiche e della psicologia dello sviluppo che oramai sono il pane quotidiano di molti, non solo degli addetti, ma certamente non dei politici che dovrebbero governare proprio il settore della formazione. I bambini a cinque anni e mezzo arrivano a scuola con un buon bagaglio di relazioni interpersonali e sanno interagire con più adulti (per cui il "mastro unico" è solo un modo per risparmiare),sanno parlare e comunicare anche con chi non è madre-lingua perchè non hanno le sovrastrutture di un adulto (le classi differenziate servirebbero solo a ghettizzare) ed in più qualsiasi ente formatore in linguistica consiglia l'immersione totale (full immersion) nella lingua che deve essere appresa (l'emendamento appena approvato indica solo la paura del diverso).
    Purtroppo la figura che la "nazione" sta facendo è pessima! Da culla della cultura umanistica stiamo diventando la culla della nuova disumanizzazzione!

  • Commento inserito da ste il 16 ottobre 2008 alle ore 15:18

    anche io ho partecipato allanotte bianca nella scuola di mio figlio e sono d'accordo nel dire che non cè assolutamente informazione!

  • Commento inserito da Sofia per Sarah il 16 ottobre 2008 alle ore 15:08

    Test di ingresso??? Ma non si può fare un test di ingresso per un servizio pubblico, che tra l'altro "dovrebbe" essere anche un diritto!!
    Credo che i bambini, che saranno gli adulti di domani, ne risentano allo stesso modo e forse anche di più se vengono fatti vivere in una società in cui sono volutamente "limitate" le occasioni di scambio e arricchimento con le altre culture!
    Certamente è importante che i nostri figli imparino tabelline e grammatica a dovere e nei tempi corretti, ma non priviamoli anche di quelle "esperienze" che derivano dalla conoscenza delle altre culture, esperienze che non sono insegnabili, ma possono essere solo "vissute"

  • Commento inserito da Antonella per Sarah il 16 ottobre 2008 alle ore 15:07

    Veramente lo trovo aberrante. In classe di mio figlio non ci sono stranieri. Solo bambini italiani. E die questi ce ne sono tre che in seconda elementare ancora non sono in grado di leggere. C'è poi un bimbo problematico che ha bisogno del sostegno. Ovviamente tutta la classe ne risente. E cosa propone in questi casi? Certo, immagino che lei proponga la bocciatura per i tre che non sono in grado di seguire. Ma quello con dei problemi? Cosa facciamo? Lo sopprimiamo perché rallenta la classe? Io credo che in prima elementare i bambini arrivino tutti più o meno allo stesso livello. Sta alle insegnanti, a fine anno, portarli tutti sullo stesso piano. A cosa serve un test di ingresso? E come lo si effettua un test di ingresso sulla conoscenza dell'italiano per bambini che ancora non sanno né leggere né scrivere?

  • Commento inserito da Michela il 16 ottobre 2008 alle ore 15:00

    Premesso che ho partecipato alla notte bianca nella scuola di mio figlio,osservo purtroppo che anche in questo spazio quello che manca è la vera informazione. Non serve fare allarmismo, serve INFORMARE. C'è troppa confusione, ho visto troppi genitori (anzi madri, perchè i padri erano veramente pochi)non avere la minima idea del significato di questa riforma.

  • Commento inserito da Sarah il 16 ottobre 2008 alle ore 14:56

    E' ora di smetterla si fare finta di non vedere:
    quando in una classe ci sono tanti bambini stranieri che parlano male se non per niente l'italiano ne risentono tutti.
    Non e' giusto, meglio il test di ingresso per valutare a che livello sono prima di far pagare a tutta la classe questa ipocrisia.