Metodo per imparare a imparare

È il metodo Feuerstein, messo a punto dallo psicologo Reuven Feuerstein, basato sul principio che sia possibile insegnare a imparare.


Il Metodo Feuerstein, che prende il nome da Reuven Feuerstein, lo psicologo e pedagogista che per primo lo ha teorizzato, si basa sul principio che ciascun individuo sia in grado di modificarsi, traendo vantaggio dalle opportunità offerte dall'ambiente circostante purché gli stimoli esterni, insufficienti da soli, siano 'filtrati' da un soggetto (genitore, insegnante, educatore, scuola…) capace di svolgere il ruolo del mediatore.
Reuven Feuerstein si servì di quest'approccio inizialmente durante il suo lavoro di insegnamento con i bambini problematici provenienti dai campi di concentramento nazisti. In seguito, dopo una lunga esperienza lavorativa con Piaget con il quale condivise, soprattutto, l'importanza attribuita al fattore sociale, si servì della teoria per migliorare le prestazioni scolastiche di bambini culturalmente deprivati e di soggetti portatori di gravi ritardi mentali.
In un'intervista rilasciata nel 1993 in occasione del convegno svoltosi a Torino Tutti in campo, Feuerstein disse:


Nella mia teoria ho incorporato molti elementi di Piaget, ma il ruolo del mediatore, che propone una qualità di interazione tra l'individuo e il mondo, mi si è chiarito solo quando ho cominciato a lavorare con bambini di provenienza diversa…. L'apprendimento dei bambini che vivevano nei piccoli villaggi di montagna era migliore di quello dei ragazzi di città. Mi chiedevo il perché: questi bambini avevano tanti stimoli, tante cose da vedere, giornali, avevano un'esperienza straordinaria, elevati livelli di socializzazione, erano controllati dalla società, avevano visto di tutto… ma avevano gravi difficoltà di apprendimento. Gli altri vivevano in villaggi senza carta, senza giornali, ma imparavano più velocemente; malgrado la povertà di stimoli, erano stati bambini 'mediati'. C'erano i nonni, le zie nubili, tutto un mondo che mediatizzata questi bambini. Nelle città era già in atto la disintegrazione della famiglia patriarcale e questi bambini avevano subito il mondo senza mediazioni.

Da quanto sopra si evince quanto, per Feuerstein il ruolo del mediatore sia fondamentale nel processo di apprendimento di un individuo e quanto, in effetti, poco contino, presi da soli, gli stimoli provenienti dall'esterno e le conoscenze personali di ciascun individuo.


La teoria di Feuerstein, poi, si fonda anche sul principio che l'intelligenza umana non sia un elemento biologico strutturale, ma possa essere insegnata e imparata e non vi è limite alle possibilità di sviluppo delle funzioni cognitive. A differenza di Piaget, per esempio, Feuerstein non ritiene che ci sia un'età critica oltre la quale non sia più possibile imparare e ritiene che nel cervello umano sia sempre presente un'area cognitiva le cui possibilità di sviluppo sono in embrione. È su quell'area che si fonda tutto il suo lavoro (alla domanda Qual è la sua definizione di intelligenza, Feuerstein rispose: è la capacità dell'individuo di modificarsi, di cambiarsi. In una definizione più formale, è la capacità dell'individuo di utilizzare ciò che ha imparato per adattarsi alle situazioni.).

Partendo da questi presupposti, infatti, Feuerstein mise a punto un completo sistema operativo fondato da una parte sul piano di valutazione del potenziale di apprendimento (L.P.A.D.), dall'altra sui programma di arricchimento strumentale (P.A.S.), strumenti che producono situazioni che provocano nell'individuo il bisogno di interagire con un altro per poter comprendere, agire, far derivare un significato. In altre parole, strumenti-oggetti che presuppongono un'interazione mediatore/mediatizzato.
È chiaro, quindi, come tutta la teoria di Feuerstein si basi fondamentalmente su tre elementi:

  • gli stimoli esterni (rappresentati dai P.A.S. nell'insegnamento del metodo)
  • L'individuo che apprende
  • Il mediatore che si interpone tra l'individuo e gli stimoli.

     

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  • Commento inserito da una mamma il 10 marzo 2010 alle ore 13:44

    grazie a questa introduzione,per la prima volta ho capito bene quali potrebbero essere le mancanze di mio figlio.

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