Spina bifida: prevenzione ed esami
Spina bifida: una malformazione congenita che può essere prevenuta e che si può diagnosticare già durante la gravidanza con esami specifici tra il primo e il secondo trimestre.
Articoli Correlati
- Esami gratuiti in gravidanza
In base alle indicazioni del...
continua » - Esenzione da ticket in gravidanza
A chi viene riconosciuta, a quali prestazioni...
continua » - Amniocentesi prima e dopo. Cosa fare
Amniocentesi istruzioni per l'uso. Come prepararsi...
continua » - Come si riconosce un bravo ecografista
L'ecografia è, durante la gravidanza, il principale...
continua » - Curva glicemica in gravidanza. A cosa serve
Un esame generalmente prescritto alla futura mamma...
continua »
di Alessia Altavilla La spina bifida, che colpisce un neonato su 8000, è una malformazione congenita dovuta alla chiusura incompleta di una o più vertebre con conseguente malformazione, più o meno grave, del midollo spinale. Generalmente, infatti, la colonna vertebrale “si chiude” intorno al 28° giorno di vita dell’embrione (intorno alla sesta/settima settimana di gravidanza). Se ciò non dovesse verificarsi, a seconda del numero di vertebre coinvolte e dell’estensione dell’area interessata, il neonato va incontro a una serie di problemi più o meno gravi che, in qualche modo, condizioneranno tutta la sua vita futura.
Responsabili della spina bifida una serie di fattori, sia endogeni (genetici) che esogeni (ambientali) che, insieme, ne determinano la formazione.
Il ruolo fondamentale dell’assunzione preventiva di acido folico, una vitamina del gruppo B, per la prevenzione della spina bifida è, ormai, accertata e accettata in modo universale.
La spina bifida viene oggi diagnosticata durante la gravidanza, senza ricorrere a esami invasivi quali, per esempio, l’amniocentesi, attraverso l’ecografia. Con l’impiego di ultrasuoni, infatti, che valutano la densità dei tessuti attraversati, è possibile effettuare misurazioni della taglia e della forma del cranio del feto, come la presenza di malformazioni delle spine o un rigonfiamento posto dietro la colonna vertebrale. L’esame, che per essere affidabile dovrebbe essere effettuato dopo la decima settimana di gravidanza, viene spesso associato a un prelievo di sangue, che si effettua tra la sedicesima e la diciassettesima settimana di gravidanza e che valuta l’indice di rischio di malformazioni del tubo neurale.
Sebbene, quindi, si tratti di una patologia piuttosto rara, è bene fare di tutto, in termini di prevenzione, per evitare che si verifichi, guidando la futura mamma verso scelte consapevoli e mirate ad evitare del tutto il problema.
SPINA BIFIDA: CAUSE
Tra i fattori endogeni, la presenza in famiglia di casi, più o meno vicini, di persone affette dalla medesima patologia (il 5% dei bambini colpiti da spina bifida ha, infatti, un parente prossimo che soffre o ha sofferto del medesimo problema).
Tra i fattori esogeni, ipertermia, iperglicemia e obesità materna. L’assunzione, da parte della madre, di alcuni farmaci (per esempio, antiepilettici, diuretici, antistaminici e sulfonamidi). Alcune condizioni prettamente ambientali (la disinfezione con cloro dell’acqua potabile, la presenza di campi elettromagnetici, la frequentazione di saune o bagni turchi…).
Naturalmente, nulla di tutto ciò è necessariamente causa di spina bifida. Ma potrebbe, laddove esiste già un’eventuale predisposizione, peggiorare la situazione.
SPINA BIFIDA: COME SI PREVIENE
Non a caso, per le donne che hanno in programma una gravidanza, se ne consiglia l’assunzione già in fase di preconcepimento. E, comunque, senz’altro dal momento della scoperta della gravidanza fino, almeno, alla fine del terzo mese di gestazione.
LA DIAGNOSI PREVENTIVA
Si tratta dell’alfaproteina (AFP), una delle poche proteine plasmatiche fetali. Studiandone le concentrazioni nel liquido amniotico e nel sangue materno, si è scoperta una correlazione positiva tra elevati livelli di AFP e alcune patologie malformative, riguardanti, soprattutto, difetti del tubo neurale come l’anencefalia (che di solito porta alla morte del feto) e la mancata chiusura dello stesso (la spina bifida, appunto). Inoltre, un’elevata concentrazione di questa proteina nel sangue della futura madre può anche essere segnale di un distacco della placenta.
Al contrario, livelli molto bassi sono spesso associati al rischio che il feto sia affetto da Sindrome di Down.
Generalmente, questo è un esame che viene inserito nel cosiddetto Tri-test.
Ricetta della settimana
9 curiosità sul corpo della donna in gravidanza
Durante la gravidanza, il corpo della donna si trasforma per accogliere il feto nel modo migliore. Alcuni cambiamenti, però, non hanno necessariamente a che fare con l'utero e la pancia. Per esempio...
continua »Dimmi che sei incinta senza dirmi che sei incinta
Quali sono i segnali che lasciano intuire che una donna è incinta sebbene ancora la pancia non si veda e i segni della gravidanza non siano ancora comparsi?
continua »Natale e gravidanza: 6 piatti da evitare durante le feste
Che gioia il Natale con il pancione. Ma che fatica sopravvivere ai pranzi e alle cene delle feste. Soprattutto considerato che alcuni cibi andrebbero evitati del tutto per non compromettere la salute del bimbo. Ecco quali.
continua »Nomi per bambine dalla storia dell'arte
Per le future mamme e i futuri papà in cerca di un nome per la loro bambina, l'ispirazione arriva dalla storia dell'arte. Ecco 10 nomi al femminile presi da artiste celebri italiane e non.
continua »