Il linguaggio segreto dei bambini
Non sempre le parole sono lo strumento utilizzato dai bambini per esprimere ciò che vogliono o pensano. Spesso si servono di un linguaggio “altro”. Che i genitori devono imparare a comprendere.
Articoli Correlati
- Attività fisica del neonato
Dai primissimi mesi fino ai 2 anni, ecco come...
continua » - Bebè: viaggio nel primo anno di vita
Dalla natura all'educazione, una docuserie su Netflix...
continua » - Percentili: questi sconosciuti
La tabella percentile cui spesso fanno riferimento...
continua » - Dalla tazza al biberon in 5 mosse
Considerata una conquista minore rispetto ad altre...
continua » - Tappe di crescita: il bebè impara a sedersi
Una delle principale conquiste motorie di un...
continua »
di Alessia Altavilla Intorno all’anno e mezzo i bambini sono, generalmente, in grado di utilizzare le parole per esprimere pensieri e richieste semplici. Il loro vocabolario si arricchisce giorno dopo giorno mentre le capacità linguistiche sono all’apice dello sviluppo.
Per i concetti più difficili, però, per raccontare emozioni e sentimenti complessi, le parole e il linguaggio verbale non sono lo strumento privilegiato dai bimbi, che preferiscono, invece, servirsi di un linguaggio segreto fatto di gesti, smorfie… che ogni mamma e ogni papà deve imparare a riconoscere e interpretare.
Per quanto non ci sia una regola generale per decifrare in modo univoco i segni lanciati dai piccoli, tuttavia esistono dei caratteri comuni a tanti bambini che possono mettere i genitori sulla strada della decodifica e della comprensione.
Distogliere lo sguardo, abbassare gli occhi, evitare il contatto visivo sono tutti segnali chiari di imbarazzo e timidezza.
Questo atteggiamento può avere una duplice chiave di lettura a seconda della situazione e dell’età del piccolo: prima dei due anni, infatti, può significare imbarazzo nel sentirsi posto al centro dell’attenzione e bisogno di una pausa; dopo i due anni, invece, quando il bambino ha sviluppato la capacità di provare un’emozione complessa come la vergogna, possono denotare proprio questo stato d’animo. In altre parole, il bambino sa o pensa di avere fatto qualcosa di sbagliato ed evita lo sguardo della mamma o del papà per vergogna.
Di fronte a un simile atteggiamento, i genitori dovrebbero cercare di capire cosa c’è che non va e spiegare al bambino come porre rimedio a ciò che ha combinato.
Se il bambino non ha mai avuto problemi a dormire da solo nel suo lettino, senza bisogno di circondarsi di oggetti e giocattoli, e improvvisamente cambia atteggiamento e si circonda di ogni cosa che gli capiti sotto tiro, probabilmente è terrorizzato e non sa come affrontare o spiegare le sue paure.
Questo comportamento si verifica, normalmente, dopo i 2 anni, quando l’immaginazione prende il sopravvento sulla realtà e le notti si popolano di incubi e mostri cattivi. In questa fase, i sogni sono terribilmente reali e dire al piccolo che non sta succedendo nulla e che ciò che vede non esiste non serve a nulla.
Il consiglio è quello di porsi allo stesso livello del bambino, aiutandolo a trovare tra le mille cose che si porta a letto quella che davvero potrebbe “salvarlo” in caso di bisogno, investendo questo oggetto di un potere magico in grado di tenere il male lontano da lui.
Conoscere persone nuove, trovarsi circondato da estranei è una situazione stressante non solo per un bambino (basti pensare al nervosismo che ci assale quando dobbiamo prendere parte a un evento in cui non conosciamo nessuno, parlare davanti ad estranei…). Se, però, gli adulti possiedono gli strumenti razionali per controllare il loro nervosismo, i piccoli ne sono del tutto privi e si servono dell’unico mezzo che conoscono per evitare il problema: cancellare la situazione in modo fisico (se non guardo e nessuno può guardarmi, allora io non esisto e non esistono neppure gli altri). Ecco, dunque, che alcuni bimbi di fronte a estranei si coprono il volto con le mani o infilano la testa sotto la maglietta.
In questi casi, i genitori devono imparare a tranquillizzare il bambino facendolo sentire al sicuro, mostrandosi a proprio agio nella nuova situazione e dimostrandosi amichevoli e caldi con la persona che si ha di fronte.
Esistono dei chiari segnali che dovrebbero allertare i genitori sul fatto che è giunto il momento di togliere il pannolino e passare al vasino. Uno di questi è la ricerca della privacy da parte del bambino nel momento della defecazione. Presto, infatti, i bimbi capiscono che pipì e popò sono, in un certo senso, atti privati e che mamma e papà se ne “occupano” chiusi dentro al bagno. Per emulazione, quindi, e anche per vergogna, i piccoli vi si dedicano quasi in segreto, nascosti dietro ai mobili o accucciati in un angolino remoto.
In questi casi, il più delle volte, significa che il bambino è pronto ad abbandonare il pannolino per passare al vasino.
Ricetta della settimana
Bambini al guinzaglio. Favorevoli o contrari?
In Inghilterra pare essere una prassi consolidata e molto usata dalle mamme. In Italia lÂ'idea di portare in giro il bimbo 'al guinzaglio' fa storcere un poÂ' il naso. Sono utili, quindi, o no le redinelle? E se sì, in quali casi?
continua »Primo soccorso: ferite
Come comportarsi in caso di ferite, tagli, sbucciature... per evitare infezioni.
continua »I bambini. Come proteggerli. Come soccorrerli
Un corso di pronto soccorso chiaro, semplice e certificato per tutti. Presentato a Palazzo Marino, aggiornato secondo le nuove normative europee, torna il video I nostri bambini. Come proteggerli. Come soccorrerli.
continua »Abbigliamento bimbi: capi must have per l'autunno
8 capi che ogni bambino dovrebbe avere nell'armadio per affrontare l'autunno. Dagli stivali al trench ecco alcuni capi moda indispensabili e il consiglio per gli acquisti.
continua »
Commento inserito da Federica il 13 marzo 2020 alle ore 12:47
Mio figlio si imbarazza da quando avrà 2 anni difronte alle donne in gravidanza, che hanno la pancia molto in evidenza. Si agita, quasi sembra eccitato e dice che devo aiutarlo a "togliere" questa cosa dalla testa...c'è qualcosa in letteratura che mi possa a aiutare a comprendere quest'atteggiamento? Oggi ha 5 anni, ne compirà 6 a fine maggio.
Grazie a chi saprà indicarmi un percorso.
Commento inserito da francesca il 18 settembre 2008 alle ore 14:35
troppo corto nn e una cosa facilissima passare dal pannolinonal vasino servono consigli PIU forniti.
Commento inserito da FLORIANA il 15 settembre 2008 alle ore 13:05
COMPLIMENTI PER L'ARTICOLO, PURTROPPO TROPPO CORTO MA MOLTO INTERESSANTE SPERO DI TROVARE ALTRI SUGGERIMENTI SUL LINGUAGGIO DEL CORPO. GRAZIE ANCORA
Commento inserito da simona il 14 settembre 2008 alle ore 14:05
salve,a me al contrario mia figlia quando incontra persone mie conoscenti le dice..non mi chiamare,oppure...non mi guardare... arrabbiandosi e non vuole essere salutata!perchè si pone cosi arrabbiata con gli altri eppure io non sono cosi fredda con i passanti, come posso risolvere questa situazione?
Commento inserito da Anna il 7 settembre 2008 alle ore 18:55
Ho trovato utile l'articolo per imparare a fare attenzione a tutti questi segnali. Mi piacerebbe conoscere il vostro parere sui bambini che mordono gli altri bambini. Grazie
Commento inserito da Mary il 7 settembre 2008 alle ore 09:54
Vi ringrazio per questi articoli molto interessanti che mi serviranno nel lungo percorso col mio bambino.
Ciao a tutti
Commento inserito da Babygella il 5 settembre 2008 alle ore 09:22
sempre un piacere imparare qualcosa di nuovo! ciao a tutte!
Commento inserito da Mariateresa il 4 settembre 2008 alle ore 16:37
Ho trovato l'articolo molto interessante, soprattutto perchè mi ha spiegato tante cose che sto vivendo in questo periodo con mio figlio.
Commento inserito da dania il 4 settembre 2008 alle ore 15:02
sono contenta di aver letto questo articolo
Commento inserito da ventura il 4 settembre 2008 alle ore 14:53
Sono molto affascinata dell'articolo sul linguaggio dei bambini grazie perchè mi è stato di grande aiuto
Leggi tutti i commenti