8 cose da fare quando si sgrida un bambino

Esiste un modo per sgridare un bambino, metterlo di fronte alle sue responsabilità e aiutarlo a capire in cosa ha sbagliato?
La risposta è sì. Ma occorre rimproverarlo nel modo giusto, rispettando alcuni passaggi fondamentali. Solo così il piccolo potrà capire i suoi errori, in caso provi rimedio e non sentirsi, comunque, giudicato.

  1. IL RIMPROVERO DEVE ESSERE BREVE
    I rimproveri devono avere una durata breve. Lo psichiatra infantile Gerald Nelson ha addirittura stabilito un metodo per sgridare un bambino: si chiama The one minute scolding, La sgridata di un minuto, e sembra funzionare anche nei casi più tosti. L’attenzione di un bimbo, infatti, è limitata, spesso non va oltre il minuto. Ecco perché protrarre il rimprovero oltre non solo inutile, ma può essere anche controproducente dal momento che il piccolo perde interesse per l’argomento trattato svuotandolo di significato.
     
  2. QUANDO SI SGRIDA UN BAMBINO, CI SI DEVE METTERE ALLA SUA ALTEZZA
    Quando si sgrida un bambino è fondamentale mettersi alla sua altezza, guardarlo dritto negli occhi per attirare la sua attenzione, prendergli le mani in modo da stabilire un contatto. Solo in questo modo si può sperare di essere ascoltati e, soprattutto, compresi. Mai sgridare un bambino mentre questi è voltato, in un’altra stanza, distratto dal gioco o dalla televisione.
     
  3. NON SI ALZA MAI LA VOCE
    Il tono di voce, per quanto talvolta sia difficile da controllare, va tenuto basso, pacato. Si parla al bambino. Non si urla. Gridando, infatti, si ottiene l’effetto opposto. L’isolamento del bimbo che, di conseguenza, smette di ascoltare.
     
  4. NON SI ALZANO MAI LE MANI
    Non serve aggiungere altro. Le mani non si alzano per nessuna ragione al mondo. Innanzitutto perché non sono funzionali allo scopo (spiegare al bambino il suo errore e aiutarlo a prendersi le sue responsabilità). In secondo luogo perché instillano nel piccolo l’idea che per risolvere un problema sia necessario usare la violenza.
     
  5. IL RIMPROVERO DEVE ESSERE CONTESTUALIZZATO
    I rimproveri vanno sempre contestualizzati al singolo episodio. Non possono diventare un pretesto per rinfacciare al bambino tutti i suoi errori, sbagli e limiti. Il piccolo deve capire dove e perché ha sbagliato in modo chiaro e preciso. Non è un processo. 
     
  6. IL BAMBINO NON DEVE SENTIRSI UMILIATO
    Anche durante i rimproveri, i bambini non devono sentirsi umiliati, ridicolizzati, mortificati. Epiteti quali ‘stupido’, ‘scemo’, ‘cretino’ o peggio vanno evitati assolutamente. Mamma e papà non stanno esrpimendo un giudizio sulla persona, ma spiegandogli, in modo fermo ma civile, il suo errore di quel preciso momento.
     
  7. IL BAMBINO DEVE ESSERE ASCOLTATO
    Al bambino vanno sempre chieste le sue ragioni e la domanda non deve essere retorica. Capire cosa ha spinto un bambino a commettere una certa azione piuttosto che un’altra è fondamentale per comprendere i suoi meccanismi di ragionamento e sapere chi si ha di fronte.
     
  8. OGNI RIMPROVERO DEVE CONCLUDERSI CON UN ABBRACCIO
    Al termine del rimprovero, si chiede al bambino di porre rimedio al suo errore, se possibile, lo si abbraccia e si fa la pace. I rimproveri non sono guerre o strumenti per alzare barriere tra genitori e figli. Sono momenti di confronti finalizzati a comprendersi meglio e capirsi.

 

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