A scuola da solo
Qual è l'età giusta per mandare un bambino a scuola da solo? E come capire se è pronto o no per il grande passo?

Qual è l'età giusta per mandare un bambino a scuola da solo? E come capire se è pronto o no per il grande passo?
Per comodità o per incompatibilità di orari. Perché le baby sitter costano troppo e i nonni non sono presenti. Perché il bimbo lo chiede. Per responsabilizzarlo dandogli fiducia. Perché prima o poi è doveroso accettare il fatto che i propri figli stiano crescendo. Insomma, qual è l’età giusta per permettere ai piccoli di andare a scuola da soli?
Come sempre in questi casi, non esiste una risposta che vada bene sempre e per tutti. Ogni bambino raggiunge la maturità in momenti diversi rispetto ai coetanei e, inoltre, le situazioni contingenti di ciascuno (distanza casa – scuola, tragitto da compiere, numero di mezzi da prendere…) determina il comportamento più corretto da seguire. In linea di massima, però, andrebbero accompagnati i bimbi più piccini, almeno fino agli 8/9 anni dal momento che, generalmente, sotto quest’età i concetti di spazio e tempo non sono ancora chiarissimi ed è facile che i piccoli possano smarrirsi o arrivare tardi.
Durante gli ultimi anni delle elementari e alle medie soprattutto diventa, tuttavia, doveroso prendere la decisione di dar fiducia allo scolaro, insegnandogli a essere autonomo e, in parte, indipendente. Non è necessario avere fretta. Occorre procedere per gradi, passo dopo passo.
Innanzitutto, spiegate al bambino quali potrebbero essere i pericoli che potrebbe incontrare lungo il tragitto senza, però, trasmettergli ansie eccessive e spesso infondate (attraversare la strada, incontrare un malintenzionato o ragazzini più grandi che lo infastidiscono…).
Quindi, nei giorni precedenti, eseguite con lui il percorso in modo che abbia ben chiara la strada che deve fare e i mezzi da prendere. Durante questi momenti, tenetelo d’occhio controllando che conosca i segnali stradali, che non sia distratto, che attraversi solo sulle strisce e a semaforo verde…
Per le prime volte, potrebbe essere opportuno seguirlo a debita distanza senza che lui se ne accorga in modo da capire come effettivamente si comporta da solo. Inoltre, potreste all’inizio accompagnarlo per metà del tragitto lasciando che da solo faccia l’ultimo pezzo di strada fino all’ingresso a scuola.
Eventualmente, informatevi se ci sono altri bambini che compiono lo stesso percorso da soli. Il fatto di essere in gruppo, infatti, è sicuramente un vantaggio sia per i bimbi che per i genitori.
Avvertite gli insegnanti del fatto che il bambino comincerà a venire a scuola da solo, soprattutto, nei primi tempi in modo che possano avvertirvi qualora il piccolo non si presenti a scuola all’orario indicato.
Ricordate che essere attenti e scrupolosi non significa essere apprensivi e soffocanti. Responsabilizzare i bambini, all’età giusta, significa renderli autonomi e accrescere la loro autostima senza che questo equivalga a gettarli nella bocca del lupo. I pericoli, infatti, esistono a 10 anni come a 15 e non è affatto detto che un adolescente sia più maturo di un bambino. Anzi, spesso, sono proprio gli adolescenti che hanno ricevuto poca fiducia da piccoli da parte dei loro genitori a non essere capaci di riconoscere i pericoli quando se li trovano di fronte.
Crescere è un processo lento, ma inevitabile e proteggere i bimbi non vuol dire affatto chiuderli in una campana di vetro fatta di ansie e paure. Senza essere incoscienti, dovrete insegnare ai vostri bimbi a diventare adulti procedendo passo dopo passo senza esitazioni. Prima comincerete, più facile sarà il vostro compito in seguito.
Iniziate, quindi, già con i bimbi molto piccoli mettendoli in guardia dai possibili pericoli che esistono senza traumatizzarli, ma senza chiudere loro gli occhi. Impareranno presto a riconoscere i guai e a starvi lontano.
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