Aborto: dopo quanto riprovare

Un aborto spontaneo, soprattutto a gravidanza già avanzata, è un evento traumatico che ogni coppia deve metabolizzare a modo suo, seguendo un percorso che non può essere standard per tutti.
C’è chi preferisce riprovare subito ad avere un bambino, chi lascia trascorrere mesi prima di riprovarci.
Se, poi, gli aborti sono ripetuti, alcune donne preferiscono rinunciare e tentare strade diverse per diventare madri.
In ogni caso, è fondamentale sentirsi liberi di seguire la propria strada assecondando solo ed esclusivamente il proprio istinto.

Se, infatti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di aspettare, alcuni studi (Human Reproduction Update dell’Università di Aberdeen in Scozia) sembrerebbero affermare che le donne che provono ad avere un figlio nei sei mesi successivi all’aborto spontaneo hanno più possibilità di rimanere incinta delle altre.
Non esistendo, quindi, nessun accordo in materia da parte dei medici, l’unico consiglio saggio è quello di comportarsi come ci si sente, senza farsi prendere da inutili ansie, sensi di colpa, paura.

Se non ci sono indicazioni particolari sui tempi di attesa, però, ciò non toglie che qualche consiglio possa essere speso in materia di prevenzione.
Le cause di aborto spontaneo, infatti, sono innumerevoli e spesso sono dovute a problemi genetici dell’embrione che renderebbero impossibile la sua vita in ambiente extra-uterino.
Se, però, le cause sono di altro tipo, comprendere quali potrebbero essere i motivi è molto importante per poter intervenire per tempo ed evitare un altro aborto.
Una visita ginecologica di controllo, quindi, è fondamentale perché permette di escludere eventuali patologie (fibroma, ovaio policistico…) che potrebbero interferire con la gravidanza.

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