Aids: Obiettivo? ZERO

Il 1 Dicembre si è svolta la Giornata Mondiale dell’AIDS, con l’obiettivo di Zero contagi, zero decessi, zero discriminazione. Facciamo il punto sulla situazione e sulle cose da sapere

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

L’Unaids (Programma comune delle Nazioni Unite sull’Hiv e Aids) ha registrato nel 2011 un calo a livello mondiale delle nuove infezioni da HIV rispetto al 2001, 700mila in meno e un calo del 25% anche tra i decessi.
E’ un risultato incoraggiante, ma nel mondo nel 2011 comunque, sono 34 milioni le persone che convivono con il virus dell’Hivdi cui 3.3 milioni di bambini. E sono proprio le infezioni contratte dai bambini in grande calo con una riduzione del 24% negli ultimi due anni. Addirittura in paesi come Kenia, Burundi, Togo Zambia e altri paesi che la riduzione nel 2009 e 2010 è stata del 40%.
Ma, fatto assai grave, 1 su 4 dei siero positivi (34milioni) non conosce il suo stato e in Europa orientale, Asia centrale, Medio oriente e Africa del Nord, i dati rispetto alle nuove infezioni e ai decessi sono in aumento.

In Italia si registrano circa 11 contagi al giorno, soprattutto tra eterosessuali tra i 35 e 45 anni (non è più una malattia solo dei tossicodipendenti o degli omosessuali), al 75% uomini. Purtroppo spesso queste persone non sanno di aver contratto il contagio e le cure cominciano quando il sistema immunitario è ormai compromesso.

COSE DA SAPERE

  • Hiv e l’Aids si trasmettono attraverso lo scambio di fluidi corporei: sangue, liquido seminale, secrezioni vaginali e latte materno, ma la saliva non è tra questi, quindi è una falsa credenza che il contagio possa trasmettersi attraverso un bacio.
  • La modalità più frequente di contagio è attraverso il rapporto sessuale.
  • Il rischio di trasmissione dell’HIV/AIDS per via sessuale può essere ridotto se ci si astiene dal sesso, se si hanno rapporti non protetti esclusivamente con un partner non infetto, se si pratica soltanto sesso sicuro (con preservativo).
  • Se una persona sospetta di avere contratto il virus, l’unico modo per accertarlo è effettuare l’apposito test per l’HIV presso una struttura sanitaria attrezzata.
  • Nel caso il soggetto sia un minore, deve sapere che consultare un operatore sanitario ed effettuare il test nel pieno rispetto della privacy è un diritto riconosciuto dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia.
  • È del tutto privo di rischi stringere la mano a una persona sieropositiva, abbracciarla, condividere con essa cibo, abiti o altri utensili (tranne quelli che possono avere avuto contatto occasionale con il sangue, come rasoi e spazzolini da denti).
  • Una persona sieropositiva non trasmette il virus con la tosse, starnutendo, o nuotando nella stessa piscina. È infondata anche la credenza che le zanzare possano veicolare l’HIV pungendo in successione persone malate e persone sane.

AIDS E GRAVIDANZA

Il virus HIV può essere trasmesso dalla madre al bambino nel corso della gravidanza, durante il parto, o con l’allattamento al seno.
Purtroppo non è possibile dare a una donna sieropositiva che desideri avere un figlio una risposta definitiva sul rischio di contagiare il bambino.
La buona notizia è che il trattamento per l’HIV può ridurre drasticamente il rischio di trasmettere l’HIV al piccolo. Con un’efficace terapia per l’HIV, in grado di ridurre la carica virale entro un livello non rilevabile, e un parto programmato e gestito da medici, il rischio che una donna trasmetta l’HIV a suo figlio è estremamente ridotto.

Quindi non abbassiamo la guardia e facciamo il test, chi scopre di aver contratto l’infezione deve sapere però che avrà una vita certamente più complicata, ma non morirà a causa dell’HIV, dovrà seguire per sempre la cura, che sarà tanto più efficace quanto più precocemente è iniziata. Inoltre sapere di essere siero positivi è un dovere etico, in quanto non sapendolo, si potrebbero contagiare persone inconsapevoli.

Non dimentichiamoci che ogni persona merita solidarietà. Discriminare un essere umano perché ha contratto il virus costituisce una violazione dei diritti umani ed è segno di profonda immaturità. Il silenzio e la paura che circondano questa malattia contribuiscono alla diffusione della stessa.

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