Arriva il fratellino. 5 cose da fare e 5 da non fare

COSA FARE QUANDO IN FAMIGLIA STA PER ARRIVARE UN SECONDO (O TERZO, QUARTO…) BAMBINO

  1. Non mettere il bimbo (o i bimbi) più grande di fronte al fatto compiuto ma piuttosto coinvolgerli anche nel percorso di attesa e farli sentire di avere un ruolo importante.
  2. Leggere al bambino libri sull’argomento, storie di fratelli e sorelle, fiabe basate sull’arrivo in famiglia di un nuovo bimbo e su ciò che questo comporta per tutti i componenti della famiglia.
  3. Coinvolgere il bambino più grande nell’acquisto di vestitini e body destinati al più piccolo, nell’arredamento della cameretta, nella scelta del nome.
  4. Dopo l’arrivo del bambino, nonostante la stanchezza e il poco tempo a disposizione dei genitori, mamma e papà devono trovare il modo di ritagliarsi uno spazio con il bimbo più grande che sia suo e solo suo. La lettura della fiaba prima della nanna. Un’ora al parco durante il pomeriggio. Il momento dell’accompagnamento a scuola o all’asilo. Qualcosa che diventi un rito di famiglia e che coinvolga solo il figlio maggiore. In questo modo sarà più facile per lui accettare la ‘perdita’ inevitabile dei genitori occupati a prendersi cura del piccolo.
  5. Coinvolgere il figlio più grande nell’accudimento del piccolo, se ha voglia di farlo, insegnandogli a prendersene cura e affidandogli piccoli incarichi che non solo lo facciano sentire parte della famiglia, ma addirittura un membro indispensabile della stessa.

COSA NON FARE QUANDO IN FAMIGLIA ARRIVA UN FRATELLINO

  1. Dire al bambino che lui è grande. Mettendolo, in questo modo, a confronto con quello più piccolo in una chiave negativa che presuppone la sua capacità di accettazione e comprensione. Un bambino di 2, 3, 4… anni non è grande. É un bambino che, da un giorno all’altro, ha perso il suo trono, la corona e lo scettro. Va capito, aiutato e guidato verso il nuovo ruolo che gli è toccato in sorte (e che ha anche dei vantaggi se mamma e papà sono in grado di metterli in luce).
  2. Dare per scontato che il nuovo arrivato sarà simile come comportamento al primogenito e confrontare continuamente un bambino con l’altro (uno dormiva, l’altro no. Una mangiava/tanto poco, l’altro il contrario. Uno era tranquillo, l’altro no). Ciascun bambino è diverso. Ciascuno bambino svilupperà le sue attitudini personali a prescindere dagli imput forniti da genitori. E mamma e papà, per quanto si possano sforzare, non avranno mai lo stesso comportamento con i loro figli.
  3. Tenere buono il bambino più grande con giocattoli e regali. Quello che i primogeniti vogliono, anche se non sono in grado di chiederlo, è l’amore e l’attenzione di mamma e papà. Questa è la sola cosa che i genitori devono continuare a dare a tutti i loro figli. Nei modi e nei tempi che hanno a disposizione, senza mai cessare, però, di manifestare il proprio affetto.
  4. Bollare il primogenito come ‘bambino capriccioso’. É probabile che la nascita del fratellino provochi degli scompensi. Ed è probabile che, nei primi mesi dopo l’arrivo nel bimbo, il più grande subisca delle regressioni (molti torano a bagnare il letto, non vogliono dormire da soli, si rifiutano di mangiare, piangono e strillano per un nonnulla). Mamma e papà devono metterlo in conto e attrezzarsi di santa pazienza per far fronte a una situazione che, la maggior parte delle volte, è passeggera. L’importante è non esagerare dall’altra parte e iniziare a trascurare il nuovo arrivato per compiacere il più grande che è più capace di farsi sentire. Perché anche in questo caso si passerebbe al primogenito un messaggio sbagliato. 
  5. Negare che nulla è cambiato. Papà e mamma hanno, al contrario, il dovere di spiegare al bambino che la situazione è diversa, che molte delle sue frustrazioni sono dovute al fatto che non è più il centro della loro attenzione. Che il bambino appena arrivato è un ‘piccolo vampiro’ che succhia tempo e risorse. Ma che crescerà, diventerà autonomo e smetterà di essere messo così al centro di ogni progetto.

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Psicologia educazione

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