Bagni in mare: il decalogo della sicurezza
Al via la campagna messa a punto dal Ministero della Salute: Acquaticità e sicurezza 0-12 anni. Dai primi bagnetti alla prima scoperta del mare. Per genitori informati anche in fatto di balneazione.

Al via la campagna messa a punto dal Ministero della Salute: Acquaticità e sicurezza 0-12 anni. Dai primi bagnetti alla prima scoperta del mare. Per genitori informati anche in fatto di balneazione.
Promossa dall’Associazione Acquatic Education e patrocinata dal Ministero della Salute parte la campagna volta a sensibilizzare i genitori sul problema dell’annegamento e del semi-annegamento in acqua Acquaticità e sicurezza 0-12 anni. Dai primi bagnetti alla prima scoperta del mare.
Ogni anno, infatti, in Europa sono circa 5.000 i bambini tra 1 e 4 anni che perdono la vita per annegamento e nel mondo sono circa 175.000 le vittime tra 0 e 17 anni. Il problema, quindi, non va sottovalutato ed è molto importante che le famiglie siano informate su quelli che sono i rischi che un bimbo corre mentre fa il bagno e sappiano sempre come intervenire in caso di pericolo.
Sul sito www.educazioneacquatica.it sono stati raccolti tutti i consigli e i suggerimenti che mamma e papà devono conoscere per non trovarsi in difficoltà qualora il bambino abbia problemi in acqua.
Una guida in formato pdf (da scaricare gratis) o mp3 fornisce le prime fondamentali nozioni in caso di annegamento di un bimbo. Tra le altre cose, anche un decalogo con le 10 regole da rispettare per la sicurezza in mare.
In sintesi:
Saper stare a galla non significa necessariamente saper nuotare. Una persona capace di galleggiare ma che non è in grado di effettuare tecniche di respirazione sott’acqua è un potenziale annegato.
Un crampo, un’onda improvvisa, un trauma anche leggero in acqua possono essere causa di problemi e possibile annegamento. Ecco perché in mare e tratti di spiaggia non sorvegliati è bene nuotare sempre in gruppo.
Uno sbalzo termico troppo repentino tra la temperatura esterna e quella dell’acqua potrebbe provocare un’idrocuzione. Ecco perché è bene entrare sempre in acqua in modo graduale evitando gli shock termici.
In caso di stanchezza, crampi meglio evitare di spingersi troppo al largo.
Prima di tuffarsi dagli scogli, controllare sempre la profondità dell’acqua ed escludere la presenza di eventuali massi nell’arco di almeno 4/5 metri.
Durante l’apnea è assolutamente vietata l’iperventilazione (atti respiratori rapidi e veloci) dal momento che tale pratica potrebbe provocare la sincope. Sott’acqua è consigliato effettuare delle respirazioni lente e profonde facendo precedere l’immersione da un buon rilassamento psico-fisico.
Per maggiori informazioni e per scaricare gratuitamente le guide: www.educazioneacquatica.it.
Cosa ne pensi