Bambini che mordono

DAI 6 AI 12 MESI
Se nei primi mesi di vita il mondo del bambino si riduce alla piccola porzione di spazio che lo circonda e, soprattutto, alla mamma che se ne prende cura, dopo lo svezzamento e, comunque, non appena i sensi cominciano ad affinarsi, il neonato impara a utilizzare la bocca come fonte di informazione e conoscenza. Ecco perché i lattanti tendono a portare tutto alla bocca, succhiando e mordicchiando qualsiasi cosa capiti loro a tiro.
In questi primi tempi, indicativamente dai 6 ai 18 mesi, mordere per il bambino non significa nient’altro che conoscere, apprendere, capire. Nel periodo della dentizione, poi, dare al bambino qualcosa da mordere significa aiutarlo a calmare il dolore, massaggiando le gengive infiammate.

FINO A 2 ANNI
Dopo l’anno di età, il piccolo utilizza il morso come strumento per attirare l’attenzione di mamma e papà, suscitando la loro simpatia e benevolenza comunicando, così, ai genitori il suo bisogno di essere posto al centro del loro mondo. D’altra parte, è risaputo, i bimbi piccoli sono egocentrici e desiderano fortemente e più di ogni altra cosa che il mondo di chi sta loro intorno (genitori, parenti, educatori…) ruoti intorno al loro mondo.

DAI 2 ANNI IN SU
Dopo i 2 anni e, comunque, quando il bambino comincia a frequentare e a socializzare con i suoi coetanei (più o meno dopo l’inserimento alla materna), il piccolo è perfettamente consapevole del significato che il gesto di mordere implica (aggressività, sfida, tentativo di sopraffazione…).
A quest’età, quindi, i bimbi che mordono (compagni, fratelli, spesso anche adulti) lo fanno in modo deliberato per attirare su di sé l’attenzione e rivelare la propria rabbia. Il mordere, perciò, diventa un modo per comunicare sentimenti repressi che il bambino non riesce a trasmettere attraverso una comunicazione normale.
Come comportarsi: di fronte a un bambino che morde i genitori e gli educatori dovrebbero avere un atteggiamento fermo di dura condanna. Il piccolo deve capire quanto prima possibile che mordere è sbagliato e che non è il mezzo attraverso il quale le persone “parlano”. Sebbene schiaffi e sberle siano assolutamente da evitare, l’adozione di un tono di voce duro e perentorio è fondamentale per avere l’attenzione del bimbo morsicatore. È molto importante, poi, che sia a scuola che a casa la condanna sia unanime. Senza appello. Sia da parte dei genitori che da parte degli insegnanti.

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