Bambini, dad e quarantene
Intere sezioni in DAD. Bambini in quarantena anche se vaccinati e negativi. Genitori e presidi sul piede di guerra. E anche gli esperti dicono la loro.

Intere sezioni in DAD. Bambini in quarantena anche se vaccinati e negativi. Genitori e presidi sul piede di guerra. E anche gli esperti dicono la loro.
Un bel pasticcio all’italiana. Quello che sta succedendo nelle scuole in questi giorni. Con decine di classe in dad, bambini sani e negativi in quarantena per 10 giorni e uffici scolastici sommersi dalla burocrozia.
Era prevedibile e i presidi, già a dicembre, avevano chiesto di cambiare le regole o rimandare l’apertura delle scuole.
Sul tema sono, naturalmente, intervenuti il Ministro Bianchi, sostenitore della scuola in presenza, virologi ed esperti e anche i genitori, che negli ultimi giorni hanno portato avanti una petizione che ha raccolto 15.000 regole affinché le cose possano essere gestite diversamente.
Ma andiamo per gradi.
COSA PREVEDE LA LEGGE
Per la scuola primaria la legge prevede che una classe finisca in DAD qualora si verifichino due casi di bambini positivi con i quali il contatto sia avvenuto entro le 48 ore dall’esito del tampone. In questo caso, tutti i bambini sono obbligati alla quarantena (a prescindere dal fatto che abbiano o meno completato il ciclo vaccinale) e esegure due tamponi, il primo a T0 e il secondo, di uscita, al T10. L’esito del tampone va immediatamente comunicato alla scuola che fa partire le segnalazioni del caso ad ATS.
Qualora, invece, il positivo fosse uno, i bimbi, anche in questo indifferentemente dal fatto che siano vaccinati o meno, sono chiamati a eseguire due tamponi al T0 e al T5. Se a T5 dovessero emergere altri casi di bambini positivi, la classe finirebbe comunque in DAD.
IL PUNTO DI VISTA DELLA SCUOLA
Tutto il meccanismo del tracciamento, richiede alle scuole uno sforzo aggiuntivo e moltissimo tempo perso a inseguire i procedimenti burocratici previsti. Ecco perché, già a dicembre, i presidi avevano chiesto che in simili condizioni non si procedesse alla riapertura.
IL PUNTO DI VISTA DEI GENITORI
Le famiglie coinvolte in questo meccanismo, spesso con due o più figli, stanno chiedendo a gran voce di cambiare le regole e hanno raccolto, tramite la piattaforma Change.org 15.000 firme affinché venga cancellato l’obbligo dei tamponi e affinché il trattamento per i bambini che abbiano completato il ciclo vaccinale con le due dosi previste ricevano il medesimo trattamento previsto per tutti: niente quarantene e possibilità di tornare a scuola con tampone negativo.
COSA DICONO GLI ESPERTI
Anche gli esperti non sono più tanto convinti della bonta di questo sistema e dell’utilità di chiudere bambini sani e negativi in casa per giorni e giorni. Di qualche giorno fa l’appello di Gian Vincenzo Zuccotti, preside della facoltà di Medicina dell’università Statale di Milano e direttore Pediatria e Pronto soccorso pediatrico dell’Asst Fatebenefratelli Sacco, ospedale dei bimbi Vittore Buzzi, riportato dalla Stampa che ha detto:
“Dopo due anni credo che lo possiamo dire: forse è arrivato il momento di normalizzare questa pandemia partendo dal basso, dalle fasce d’età più giovani che fortunatamente non presentano importanti problemi clinici dall’infezione con Sars-CoV-2. Quindi lasciamo andare questi bambini a scuola e smettiamo di fare i tamponi. Se stanno bene vanno a scuola, se stanno male il pediatra di famiglia deciderà se è opportuno fare il test per verificare la motivazione. E facciamo funzionare tutto così, perché altrimenti è meglio che chiudiamo. Perché è quello che succede. Per le famiglie è un rompicapo che mi sembra non abbia alcun senso continuare“
Ha anche aggiunto che i bambini non sono affatti un amplificatore della malattia, come dimostrato da diversi studi anche degli anni passati e che il rischio che finiscano in terapia intensiva o abbiano conseguenze gravi dovute alla malattia non è più elevato con il Covid rispetto alle normali influenze stagionali.
Cosa ne pensi