Che fatica in spiaggia col bebè!
È inutile negarlo: la vita da spiaggia – sole, bagno, ombrellone, libro, musica in cuffia… - con la nascita del bebè finisce. E per sopravvivere al bambino di mare è fondamentale organizzarsi!

È inutile negarlo: la vita da spiaggia – sole, bagno, ombrellone, libro, musica in cuffia… - con la nascita del bebè finisce. E per sopravvivere al bambino di mare è fondamentale organizzarsi!
Se per voi vita da spiaggia significa bagni di sole, lunghe nuotate, letture sotto l’ombrellone, musica in cuffia, chiacchiere con le amiche, relax, relax e ancora relax… Se per voi la spiaggia rappresenta tutto questo e avete appena avuto un bimbo… ebbene… cambiate immagine, girate canale, passate oltre.
Per qualche anno di poltrire mollemente sulla sabbia calda, lasciandosi abbrustolire dal sole, in cerca dell’abbronzatura perfetta, non se ne parla proprio.
Se non si è ben organizzati, anzi, le prime escursioni al mare con il bebè possono trasformarsi in un vero incubo. E sebbene non arriverete mai a chiedervi chi me lo ha fatto fare?, vi ritroverete a rimpiangere i tempi in cui eravate padroni delle vostre giornate, dei vostri movimenti, dei vostri spazi!
I bambini non sopportano il sole. Ai bambini non piace stare al sole. I bambini non sono interessati all’abbronzatura. Non dimenticatevelo mai.
I bambini molto piccoli, poi, non dovrebbero rimanere al sole nelle ore calde della giornata. Per loro niente spiaggia dalle 11.30 alle 16.30, crema protettiva con elevato fattore di protezione sempre, ombrellone sotto al quale fare la nanna o giocare. Ricordate, inoltre, che il caldo (o il vento) potrebbero infastidire il neonato. Con conseguenti crisi di pianto immotivate.
Preparatevi all’evenienza.
Cosa fare:
Con il neonatissimo: innanzitutto, niente panico. Se il bimbo è davvero molto piccolo, presentatevi in spiaggia alle prime ore dell’alba. Piazzate l’ombrellone in riva al mare (più fresco e ventilato), mettete la crema al piccolo e provate a godervi i primi raggi mattutini. Se il bambino inizia a scalpitare, prendetelo in braccio e passeggiate lungo il bagnasciuga eventualmente provando a bagnargli i piedini di tanto in tanto. Non servirà a farvi rilassare. Ma il lato positivo della faccenda c’è:
il sole del mattino, pur garantendo una buona abbronzatura, non è eccessivamente dannoso per la pelle; generalmente fino alle 10 le spiagge non sono troppo affollate; camminare sul bagnasciuga aiuta la circolazione ed è un ottimo esercizio per combattere la cellulite.
Dopo l’anno: i consigli sono gli stessi di sopra. Potreste, però, provare per tenere impegnato il bambino a portare una pisci netta gonfiabile da riempire con acqua di mare per far sguazzare il bimbo mentre voi “provate a rilassarvi”. Non è detto che il piccolo gradisca o che rimanga tranquillo per tutto il tempo. Ma generalmente, per una mezz’oretta buona, riuscirete a renderlo felice senza innervosirlo. Ricordate di portare con voi anche paperelle, giochini d’acqua, secchiello….
Dopo i 2 anni: la scoperta del mare per un bambino è qualcosa di grandioso. Nulla è tanto attraente per un bimbo come quella immensa distesa d’acqua dentro la quale tuffarsi e giocare. E per mamma e papà tanta felicità significa, soprattutto, fine della pacchia: il duenne (così come il trenne, il quattrenne, il cinquenne, il seienne…) va guardato a vista perché veloce come una lepre, su un territorio sconfinato come una spiaggia, potrebbe fare qualsiasi cosa, rendersi protagonista di qualsiasi atto. Si può provare a coinvolgerlo con la costruzione di castelli di sabbia e simili (ma è molto piccolo perché rimanga concentrato sul medesimo gioco per più di 10 minuti). Lo si può impegnare con la ricerca delle conchiglie o dei sassi più belli. Si può provare a raccontargli una fiaba dopo il bagnetto, mentre fa merenda. In linea di massima, però, quello che sembra intrattenerlo maggiormente è il gioco con altri bambini, possibilmente conosciuti in loco e con i quali non ha troppa confidenza per arrivare al litigio sul possesso proprio di quella singola formina. Favorite la socializzazione!
Sulla spiaggia il ruolo del papà è fondamentale. Molti di loro, infatti, non aspettano altro che una scusa per evitare di far compagnia alla loro moglie/compagna durante gli estenuanti bagni di sole. Sebbene, infatti, esistano anche gli uomini lucertola, la maggior parte di loro all’asciugamano/lettino preferisce attività un po’ più movimentate. Per esempio, correre dietro al pupo che scappa da tutte le parti, passeggiare con lui spingendo un passeggino nella pineta ombrosa, rimanersene in casa nelle ore della giornata a crogiolarsi al fresco con una birra e un telecomando.
Stereotipi a parte, la presenza del papà consente di suddividersi i compiti, lasciando a entrambi i genitori la possibilità di godersi mezza giornata di relax a testa mentre l’altro si prende cura del bambino.
Sembra cinico. Ma anche mamma e papà hanno bisogno di riposo e la suddivisione del lavoro non solo è sacrosanta, ma auspicabile per consentire al bimbo di prendere il meglio dell’uno e dell’altro genitore e per rendere entrambi, mamma e papà, maggiormente consapevoli del loro ruolo.
Fidatevi, quindi, del vostro compagno e lasciate che per qualche ora nel corso della giornata (a vostra scelta) si prenda cura del piccino in modo autonomo.
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