Come è andata la pagella?

Le pagelle, ossia lo strumento attraverso i quali i bambini possono rendersi conto dei loro progressi scolastici, gli insegnanti valutare il livello medio raggiunto dalla classe durante l’anno e i genitori rendersi conto del grado di preparazione dei loro figli. Insomma, la consegna delle pagelle è un momento importante per tutti da vivere serenamente in famiglia qualunque sia il responso cercando di capire tutti insieme quali possano essere i problemi e quali le soluzioni da adottare, senza drammatizzare o arrivare a soluzioni estreme, senza pianti e castighi ingiustificati.

Un atteggiamento da evitare assolutamente è quello di considerare la pagella una “resa dei conti”. Meglio pensarla come una cartina torna sole grazie alla quale è possibile tempestivamente intervenire laddove ci siano problemi, lacune o mancanze, magari dopo una tranquilla chiacchierata con il proprio bambino per capire quali sono le sue impressioni ” a caldo” e le eventuali difficoltà riscontrata durante questa prima parte di anno scolastico. A nulla, infatti, servirebbero castighi, minacce, punizioni, sculaccioni e musi lunghi: quello che è fatto è fatto e c’è poco da piangerci sopra. L’importante è comprendere come ci si debba muovere d’ora in avanti per non avere brutte sorprese a fine anno.
Parlare con il bambino, chiedergli spiegazioni, eventualmente fissare un colloquio con l’insegnate al quale partecipi anche il piccolo alunno, sono i primi passi da compiere. Dopodiché, bisogna progettare un piano di lavoro, stabilire una tabella di marcia, progettare un ripasso generale del programma svolto se questo è stato male assimilato, non capito o non studiato, cercare un modo per responsabilizzare lo scolaro che deve aver bene chiaro in mente che non tutto è perduto e che, anche se i voti non sono stati dei migliori, ha ancora a disposizione tutto il tempo per migliorare e recuperare.
Fondamentale è che i giudizi espressi sulla pagella non diventino un’arma di ricatto, qualcosa con cui abbassare l’autostima del bambino.

Stessa cosa dicasi se i voti sono tutti positivi. Nonostante il naturale orgoglio che potreste provare nel leggere la pagella, cercate di dare poco peso alla cosa per lo meno davanti al bimbo: complimentatevi con lui, ma come se questa fosse una cosa normale, il frutto del suo lavoro che come tale deve, ovviamente, essere ben svolto. Niente regali, premi, giocattoli per un ottimo in più: il bambino deve, infatti, capire che studiare è un suo dovere, ma anche un suo diritto, che si studia per se stessi e non per ricevere una ricompensa, che il bel voto è già un premio alla fatica profusa.
Cercate di non entrare nel meccanismo “se fai il bravo avrai…” perché è assolutamente antieducativo, inutile e, di fatto, potrebbe provocare seri danni nel piccolo qualora le cose non dovessero più andare bene: avrebbe il terrore del vostro giudizio.

In ogni caso, quindi, sia che la pagella sia andata bene sia che abbia mostrato qualche problema, l’importante è dare a questo momento un significato particolare, di dialogo tra genitori e figli, di scambio di vedute, di ricerca dentro se stessi per imparare a conoscersi meglio. Parlate con i bambini, perciò, e lasciate che loro parlino con voi, ponete loro domande e aiutateli a trovare risposte, indirizzateli sulla buona strada qualora già non vi fossero tentando di capire, anche con l’aiuto delle insegnanti (il colloquio con loro andrebbe sempre fissato dopo la consegna delle pagelle) dove si nasconda il (i) problema(i).
Ricordate, poi, che a febbraio nullaè perduto e si è ancora in tempo per correre ai ripari, qualunque essi siano.

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