Babysitter: come sceglierla senza sbagliare e quanto costa realmente
Trovare una babysitter può cambiare l’equilibrio familiare: ecco come scegliere quella davvero adatta ai tuoi figli.
La figura della babysitter è diventata sempre più centrale nella gestione quotidiana di molte famiglie italiane. Complice l’assenza di una rete stabile di supporto, come nonni o parenti disponibili, la scelta di una persona esterna affidabile è spesso una necessità più che un’opzione. E se a prima vista può sembrare semplice, la selezione richiede invece attenzione, metodo e un buon grado di consapevolezza. Il ruolo della tata non si limita all’assistenza: diventa parte dell’ambiente educativo e affettivo dei bambini. Per questo, scegliere bene è fondamentale.
Molti iniziano la ricerca sui portali online dedicati, come Sitly, Toptata, Babysits, Yoopies e Sitterlandia. Sono piattaforme pensate per incrociare domanda e offerta, con profili dettagliati, recensioni verificate e filtri utili per la selezione. Ma accanto alla tecnologia resta imbattibile il passaparola tra genitori, che spesso porta a scoprire figure valide già attive nel quartiere, consigliate da famiglie con cui condividiamo scuola o stile di vita. Anche bacheche scolastiche, biblioteche comunali e gruppi social possono diventare canali inaspettati ma efficaci.

Una volta individuati alcuni profili interessanti, è il momento del colloquio conoscitivo, meglio se diviso in due fasi: un primo contatto telefonico per raccogliere informazioni di base (disponibilità, referenze, possesso della patente, flessibilità), e poi un incontro di persona con domande più mirate. È utile, già da subito, osservare come la candidata interagisce con i bambini, anche se si tratta solo di una stretta di mano o di un saluto iniziale. In molti casi, è proprio lì che si percepisce qualcosa: una calma naturale, una voce rassicurante, uno sguardo attento.
Tra i requisiti da considerare: esperienza concreta, disponibilità agli orari richiesti, capacità di gestire emergenze, conoscenza base delle norme di sicurezza, come il primo soccorso pediatrico. Ma ciò che conta davvero è l’equilibrio tra dolcezza e autorevolezza. Il contesto familiare ha le sue regole, e la babysitter non può prescindere da esse. Deve rispettarle e saperle applicare con naturalezza. Al contempo, è importante che sappia cogliere e accogliere le emozioni dei bambini, che sappia comunicare senza alzare la voce, che possa costruire un rapporto sereno e costruttivo.
Durante il colloquio in presenza, alcune domande possono aiutare a chiarire il modus operandi della babysitter: perché ha scelto questo lavoro, quali sono le fasce d’età con cui ha più dimestichezza, come si comporta davanti a un capriccio insistente o a un bambino che non vuole mangiare. È utile indagare anche sugli episodi complessi già affrontati, per capire se ha maturato davvero un’esperienza diretta e consapevole.
Non esistono risposte perfette, ma tendenze che aiutano a capire se quella persona ha empatia, pazienza, lucidità nelle emergenze. È importante che dia disponibilità a comunicare costantemente con i genitori, anche solo per aggiornamenti alla fine della giornata. Il dialogo adulto-adulto, in questo caso, è essenziale.
Quanto alla retribuzione, secondo Babysits la media nazionale nel 2025 è di 9,27 euro all’ora, ma varia molto a seconda di città, esperienza, servizi richiesti e numero di bambini. In grandi città come Milano e Venezia si può arrivare facilmente a 9,35 euro/h, mentre nel Sud, ad esempio a Palermo, le tariffe scendono anche sotto gli 8,30 euro/h. Il contratto può essere orario o forfettario (mensile o settimanale), e si consiglia di regolare sempre il rapporto con un minimo di tutela legale, almeno sulla base del CCNL lavoratori domestici, che stabilisce una soglia minima di 7,10 euro lordi/ora.
Molte famiglie scelgono la babysitter a sensazione, affidandosi all’istinto. E in parte è giusto, perché il legame di fiducia è tutto. Ma è fondamentale affiancare questa percezione a criteri concreti: capacità organizzativa, rispetto delle indicazioni date, puntualità, discrezione. La babysitter perfetta è quella che entra in casa senza far rumore, ma lascia una traccia positiva nei bambini. Si nota quando i figli sorridono al suo arrivo, la cercano con lo sguardo, la salutano con entusiasmo. Anche questo, spesso, vale più di mille referenze.
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