Come spiegare la separazione ai figli
La fine di una convivenza o di un matrimonio è sempre un momento assai doloroso, difficile, delicato e complesso.

La fine di una convivenza o di un matrimonio è sempre un momento assai doloroso, difficile, delicato e complesso.
Ho usato ben quattro aggettivi per descrivere la rottura di una vita di coppia e quindi familiare, perché mi sembra necessario ed indispensabile sottolineare che cosa vivono, abitano, attraversano i componenti di un nucleo familiare in questi momenti di passaggio e di transizione.
La fine di una convivenza o di un matrimonio è assai doloroso e difficile, perché rappresenta la fine di un progetto di vita condiviso, il sogno infranto di speranze future; anche se questo momento è stato preceduto da liti alle volte anche furibonde, da allontanamenti e riavvicinamenti amaramente falliti, ma per l’addio non si è mai sufficientemente attrezzati e preparati.
Come una ferita profonda, la separazione, qualsiasi separazione, rappresenta un momento di lutto e come tale necessita un’adeguata elaborazione, accettazione, comprensione e accoglienza dentro di sé e soprattutto pretende la messa in campo della dimensione temporale.
Ho usato altri due aggettivi, quali: delicato e complesso; soprattutto riferendomi al vissuto doloroso dei figli della coppia che si sta separando.
I figli, anche se piccoli, hanno una sensibilità molto spiccata, anche se appaiono distratti ed indifferenti a ciò che facciamo e diciamo noi adulti, loro ci ascoltano, ci seguono nelle nostre vicende gioiose o tristi, di successo o di fallimento e riescono a cogliere ogni minimo cambiamento riguardante anche i nostri atteggiamenti, comportamenti, abitudini, rituali o repentini cambi d’umore e tono di voce.
E’ dunque indispensabile parlare con loro, perché sono più abili e attenti degli adulti nel percepire il non detto, l’implicito e il linguaggio non verbale.
Gli adulti devono saper mettere in parole per i loro figli la loro separazione, con un linguaggio che si adatti e sia adeguato alla fascia d’età nella quale si trovano i loro bambini o ragazzi.
E’ importante usare poche parole, ma chiare che non lascino spazi all’illusione di un possibile ritorno alla situazione precedente, se soluzioni davvero non ce ne sono più.
Si deve comunicare a loro ciò che gli adulti hanno deciso e ascoltare e sottolineo il mettersi in ascolto delle loro reazioni.
Contemporaneamente dovranno rassicurarli che, se mamma e papà non vivranno più insieme, per loro figli resterà tutto uguale.
Godranno come prima dell’amore di mamma e papà e resteranno per loro i principali punti di riferimento per tutta la vita.
E’ importante inoltre mettere bene in chiaro che la decisione di vivere separati è legata a incomprensioni nate tra adulti e non è assolutamente colpa di qualcosa che loro come figli possano o credano di aver fatto.
Se non si chiarisce questo tema, si possono creare nei bambini come negli adolescenti forti sensi di colpa, spesso accompagnati da comportamenti regressivi ed autopunitivi, che possono bloccarne la crescita ed il loro sano sviluppo ed equilibrio psichico.
E’ altrettanto importante comunicare ai figli che sono stati profondamente cercati, desiderati, voluti e che mamma e papà sono immensamente felici di averli messi al mondo.
Queste parole dovranno essere accompagnate da altrettanti maturi comportamenti da parte degli adulti.
I genitori rimasti soli dovranno continuare a vivere una loro vita, attraverso una ricostruzione di loro propri desideri, passioni e sentimenti; aiutando i figli a fare altrettanto.
Dovranno trasmettere ai figli, attraverso il loro concreto fare quotidiano, che nonostante le difficoltà la partita della vita va giocata fino in fondo, perché riserva sempre nuove aperture e possibilità, forse anche più belle.
I genitori dovranno trasmettere ai figli messaggi di fiducia e sicurezza nel futuro.
La tendenza a isolarsi, a chiudersi in se stessi, considerando il figlio ormai cresciuto come fosse il compagno perduto, è forte; ma ciò ostacola la propria crescita personale oltre alle grandi ripercussioni che un comportamento di questo tipo potrebbe avere su un preadolescente che si affaccia al mondo con una carica di entusiasmo propria dell’età e che, come tale, va vissuta pienamente insieme al gruppo di coetanei.
Proprio su questo tema ‘Quando termina la convivenza: conseguenze psicologiche, pedagogiche e giuridiche’ ci sarà un incontro al mese gratuito aperto a tutti previa prenotazione presso lo Spazio Eterotopico.
Il prossimo incontro è previsto per il 14 marzo
Chiara Corte Rappis è possibile scrivere all’indirizzo chiara.corterappisATyahoo.itoppure telefonare al numero 349-7898300. Per maggiori informazioni, è possibile anche consultare il sitowww.spazioeterotopico.it
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