Congedo di paternità obbligatorio 2016

Per sostenere la genitorialità e per promuovere una cultura di maggiore condivisione dei compiti di cura dei figli all’interno della coppia favorendo la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, la legge Fornero in merito alla riforma del lavoro aveva previsto che in via sperimentale per gli anni 2013-2015 il padre lavoratore dipendente, entro i cinque mesi dalla nascita del figlio, avesse l’obbligo di astenersi dal lavoro per un periodo di un giorno.
Entro il medesimo periodo di cinque mesi, inoltre, il padre lavoratore dipendente avrebbe potuto astenersi per un ulteriore periodo di due giorni, anche continuativi, previo accordo con la madre e in sua sostituzione in relazione al periodo di astensione obbligatoria spettante a quest’ultima.
In tale ultima ipotesi, per il periodo goduto in sostituzione della madre è riconosciuta un’indennità giornaliera, a carico dell’INPS, pari al 100% della retribuzione e per il secondo giorno, in aggiunta all’obbligo di astensione della madre, è riconosciuta un’indennità pari al 100% della retribuzione.

La Legge di Stabilità 2016 conferma quanto fissato dalla Legge Fornero e porta a 2 i giorni del congedo obbligatorio di paternità da fruirsi anche in modo non continuativo e che vanno ad aggiungersi ai giorni di congedo obbligatorio della madre.
Per quanto riguarda, invece, la fruizione, da parte del padre, del congedo facoltativo, questo è condizionato alla scelta della madre lavoratrice di non fruire di altrettanti giorni del proprio congedo di maternità, con conseguente anticipazione del termine finale del congedo post-partum della madre per un numero di giorni pari al numero di giorni fruiti dal padre.
Madre e padre possono godere dei giorni di congedo facoltativo anche contemporaneamente.
Il padre ha l’obbligo di comunicare con 15 giorni d’anticipo al proprio datore di lavoro i giorni prescelti per il congedo.

Un piccolo passo in avanti – indubbiamente – che riconosce finalmente un ruolo alla figura del padre nell’accudimento e nella crescita del figlio. Anche se, in effetti, dal punto di vista pratico, poco cambia per la madre. Che, due giorni a parte, molto probabilmente si troverà da sola ad affrontare i primi giorni a casa con il figlio, i primi timori, le prime scoperte, i primi dubbi.
L’augurio è che presto maternità e paternità possano equivalersi al 100%, non solo dal punto di vista legislativo, ma soprattutto nelle consuetudini quotidiane, lavorative e sociali.

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