Consigli per un parto non medicalizzato

Il parto è un momento importante da cui spesso derivano pensieri che riguardano anche le paure maggiori del divenire madri. Questo evento, mettendo in primo piano il corpo della donna e l’esperienza del dolore, può implicare una fatica e una forte preoccupazione.
Oggi l’idea del parto dolce si sta sempre più diffondendo nella nostra cultura; il parto dolce si prefigge come obiettivo il facilitare il più possibile la fisiologia umana del parto per far sì che mamma e bambino traggano dall’esperienza dolorosa il significato più importante della nascita: un incontro d’amore.

Le coppie si trovano, oggi, di fronte a molte scelte su come equilibrare l’intimità del parto e il necessario monitoraggio medico. Il controllo medico deve, infatti, tener conto dei bisogni personali e dei desideri di ciascuna coppia. In riferimento a ciò, la prima responsabilità genitoriale riguarda proprio l’autonomia di scelta rispetto alle modalità e al luogo del parto: queste scelte sono la prima occasione per le coppie di affrontare la responsabilità genitoriale.
La “nascita senza violenza” e il “parto dolce” sono fondate su una rappresentazione della nascita intesa come una modalità speciale per accogliere il neonato e la sua mamma.
Ogni donna costruisce una propria credenza rispetto al parto a partire dalla propria cultura, dalla storia personale e dalle caratteristiche della gravidanza.
Tutti questi elementi devono essere ascoltati e rispettati per consentire alla donna di fare la scelta migliore per sé, in libertà e consapevolezza.

È importante, infatti, che alla donna sia consentito di poter scegliere in base a ciò che la fa sentire più a suo agio, sicura e serena. Oggi, grazie a una maggiore attenzione derivante dalla cultura ostetrica, si è sviluppata una particolare attenzione e cura verso l’ambiente della sala parto dal momento che, durante il travaglio, proprio l’ambiente circostante può avere una funzione importante nel permettere alla donna di vivere quel momento nel modo più naturale e sereno possibile.
La mancanza di luci forti, di rumori e di troppi sguardi aiutano a creare un’atmosfera particolare nella quale la donna si sente protetta ma nello stesso tempo libera di esprimere il dolore, di muoversi e cambiare posizione: di beneficiare della propria intimità.

L’ambiente e le modalità necessarie ad accogliere un neonato, quindi, dovrebbero rispettare il bisogno di intimità e raccoglimento dei genitori e del piccolo, per esempio favorendo la penombra e non luci eccessive. Accade spesso che, subito dopo il parto, i presenti urlino; andrebbero, invece, evitati rumori forti a favore del silenzio e di un tono della voce basso.
Non solo la mamma, ma anche il neonato hanno bisogno che i propri tempi vengano rispettati. Uno dei primi compiti a cui il neonato va incontro è la respirazione autonoma. Paradossalmente, proprio nel momento in cui il neonato deve imparare a respirare spontaneamente e velocemente, spesso viene tagliato il cordone ombelicale.
Dare al bambino il tempo necessario a prendere il suo posto nel nuovo mondo, così da garantirgli un approccio alla respirazione più dolce e graduale, significa saper attendere, quanto possibile, che il cordone finisca di pulsare. Inoltre, non essendoci più le pareti uterine che lo avvolgono, anche la pelle del neonato è molto sensibile ed è importante, dunque, raccogliere e contenere il neonato e il posto migliore è il ventre materno.

Attraverso il contatto con la pancia della mamma e delle sue mani, il bambino potrà risentire quegli odori e suoni che gli sono familiari e che gli permettono di calmarsi e di creare le possibilità per il vero incontro con i genitori. Risulta dunque importante che l’evento del parto rispetti la libertà e spontaneità non solo della madre ma anche del piccolo così da creare una base solida per la relazione che nascerà.

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