Disturbi del sonno

È un problema diffuso che interessa molti bambini soprattutto in età prescolare. Le conseguenze non sono gravi, ma a lungo andare possono causare deficit di attenzione, nervosismo, stanchezza non giustificata. È, dunque, necessario educare il bimbo al sonno, imponendo vere e proprie regole che lo aiutino ad addormentarsi, insegnandogli che la notte è fatta per riposare e recuperare le forze necessarie per affrontare le fatiche del giorno.
Bisogna, però, ricordare che non tutti i bambini sono uguali, che alcuni hanno bisogno di più ore di sonno e altri meno e che i disturbi di insonnia nei piccoli, spesso, si risolvono da soli col tempo.

Ecco alcune norme di comportamento per evitare che il bimbo si svegli durante la notte:

  • Innanzitutto sarebbe bene che nelle ore serali il bimbo non fosse sottoposto a eccessive stimolazioni che rendono più difficile il rilassamento del corpo e della mente. Quindi, anziché impegnare i piccoli in giochi scatenati, è meglio coinvolgerli nella lettura di un libro o in tranquille attività ludiche (costruire un puzzle, giochi con i Lego…).
  • Evitare di far bere ai piccoli prima di addormentarsi bevande contenenti caffeina o sostanze stimolanti (té, Coca Cola…) e sostituirle, invece, con tisane rilassanti e camomilla.Se durante la notte il piccolo si sveglia piangendo, non lasciarlo da solo, ma accorrere a consolarlo, coccolandolo e facendolo sentire protetto. Probabilmente, attraverso il pianto, sta tentando di attirare la vostra attenzione su qualcosa che non va.
  • Niente programmi televisivi violenti o scene che possano spaventarlo: eviterete che si svegli a causa di brutti sogni.
  • Spesso l’insonnia infantile è legata al normale sviluppo del bambino: rivolgersi, quindi, al pediatra per capire quali sono le reali cause del disturbo prima di allarmarsi o ricorrere a soluzioni drastiche.

    La regolarità e abitudini sane aiutano il piccolo a distinguere la fase di sonno da quella di veglia: preparalo per andare a letto, mettergli il pigiama, rimboccargli le coperte, leggergli una fiaba prima che si addormenti sono tutte pratiche che lo aiuteranno a rilassarsi e a sentirsi protetto, oltre a stimolare in lui una prassi che, probabilmente, non lo abbandonerà nel corso di tutta la vita. Non fatelo addormentare troppo tardi: i bambini hanno esigenze diverse dagli adulti e le loro giornate devono essere scandite da abitudini e ritmi ben precisi.

    Molti genitori si chiedono, poi, se sia giusto far addormentare il piccolo nella sua stanza o non è meglio lasciare che dorma nel lettone con mamma e papà. Questo dipende dai singoli casi. La cosa migliore, comunque, sarebbe abituare il bambino alla distanza con i genitori; certo, all’inizio questo complicherà le cose perché il bimbo potrebbe piangere o lamentarsi per la mancanza dei familiari, ma alla fine semplificherà la fase di distacco. Rimanete con lui fino a quando non si addormenta le prime volte, spiegandogli che sarete lì vicino e potrete accorrere ogni volta che ne avrà bisogno, e diminuite pian piano il tempo di permanenza nella stanza fino a quando imparerà ad addormentarsi da solo. Eventualmente, lasciategli una lucetta da notte accesa per tranquillizzarlo e mettete nel suo letto il suo peluche o la sua bambola preferita raccontandogli che questi non solo lo proteggerà durante la notte, ma che non si addormenterà fino a che lui non dorme. In questo modo lo spingerete a prendersi la responsabilità della stanchezza del pupazzo e nello stesso tempo gli darete un punto di riferimento che gli infonda sicurezza. Se sarete costanti e non cederete otterrete ottimi risultati in breve tempo.

    Esistono, poi, due momenti chiave durante lo sviluppo per l’acquisizione di un buon sonno: tra i 3-4 mesi quando il neonato inizia ad adattarsi al ciclo luce-buio di 24 ore, e tra gli 8-9 mesi quando compare l’angoscia dell’estraneo e aumenta l’ansia della separazione: sono queste le fasi durante le quali dovrete stare più attenti a come vi comporterete e alle abitudini che gli impartirete.

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