È già tempo di compiti delle vacanze

Perché a poco meno di un mese dalla chiusura della scuola è già tempo di pensare ai compiti delle vacanze?
Le ragioni sono molteplici. Alcune pratiche, altre organizzative, altre ancora legate al ruolo che i compiti hanno, o dovrebbero avere, nell’apprendimento del bambino.

Partendo dai motivi meramente pratici e organizzativi, iniziare a dedicare una mezz’ora giornaliera ai compiti estivi già da ora, significa poter partire ad agosto senza cartella al seguito, avere più tempo per pianificare tutto in modo da non arrivare con l’acqua alla gola, riuscire a impiegare non più di 30 minuti al giorno alle esercitazione e non passare sui libri interi pomeriggi con l’ansia di non riuscire a finire.
Molti bambini, poi, non sono ancora partiti. Divisi tra centri estivi, case dei nonni e pomeriggi davanti alla televisione, possono ancora trovare il modo di incastrare il tempo per i compiti senza che questo pesi loro davvero.
Anzi, annoiati in giornate vuote (ed è giusto che sia così, nessuna critica in merito), i compiti delle vacanze, fatti a piccole dosi quotidiane (non più di 30 minuti al giorno), possono quasi diventare una sorta di diversivo.

Dal punto di vista dell’apprendimento, invece, a un mese dalla chiusura della scuola, le nozioni apprese durante l’anno sono ancora fresche nella testa del bambino. Si tratta solo di risfoderarle e ravvivarle proprio attraverso l’esercizio quotidiano.
A settembre, invece, la fatica nel ricordare le cose, potrebbe appesantire il carico e l’impegno necessari per terminare gli esercizi.

Come organizzarsi, dunque?
Innanzitutto, stabilire un programma quotidiano di lavoro. C’è che si basa sul tempo, chi sul numero di esercizi da svolgere, chi sui capitoli del libro…
Non c’è un metodo che funziona più di altri. L’importante è che i compiti vengano svolti con regolarità tutti i giorni, fissando un orario giornaliero (la mattina, subito dopo pranzo, la sera prima di cena…) e un limite quotidiano (non più di mezz’ora, di 10 esercizi, di un capitolo…).
Per il bambino deve diventare una routine quotidiana e, allo stesso tempo, deve però sapere che l’impegno che gli viene richiesto è poca cosa, in un certo senso è limitato.

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