E se lo iscrivessi a un corso di coding?

Perché i nativi digitali dovrebbero saper programmare?
È davvero così importante che un bambino oggi frequenti un corso di coding?
È davvero così importante che le scuole introducano il coding nei piani di studio?
A cosa serve? A chi serve? E in cosa consiste, esattamente, questa disciplina di cui ultimamente si sente parlare spesso?
Oggi parliamo di coding, appunto. Programmazione per bambini della scuola primaria e secondaria di primo grado impartita sotto forma di corsi per il tempo libero al pari di nuoto, calcio o danza, o come laboratori di approfondimento da introdurre nelle scuole.
Cerchiamo di capire in cosa consiste, chi sono i destinatari e come vengono proposte queste speciali lezioni.

Innanzitutto il target: i corsi di coding sono pensati e strutturati per bambini e adolescenti con un’età compresa tra gli 8 e i 16.
Sono pensati non tanto per sfornare programmatori ed esperti informatici, quanto piuttosto per abituare i più piccoli al pensiero computazionale o algoritmico che implica la capacità di trovare una soluzione a un problema e svilupparla.
Secondo gli esperti, questa dote è preziosa in età adulta quando ci si trova ad affrontare problemi più grandi e complessi.
Inoltre, il coding trasforma i bambini da usufruitori passivi della tecnologia come in effetti sono nel 90% dei casi, in soggetti attivi, in grado non solo di comprenderne i meccanismi profondi, ma di generarli.
Uno dei motti di Barak Obama per promuovere l’introduzione del coding nelle scuole era: non scaricare un’app. Creala!
Il concetto è analogo.
I nativi digitali, che appaiono agli adulti così abili con tablet e smartpone, sono invece poco abituati a interrogarsi sugli stessi. Forse meno ancora dei loro genitori.
Il fatto che l’utilizzo di questi strumenti sia per loro scontato, li rende ancor meno interessati di fronte a essi.

Come funzionano i corsi di coding?
Va fatta una precisazione. Esistono innumrevoli app che consentono di avvicinare i bimbi al coding rimanendo comodamente a casa propria. La più famosa di quest è probabilmente Scratch, un tool di programmazione visuale che è disponibile addirittura per i bimbi in età prescolare (qui un elenco abbastanza aggiornato – l’articolo è di ottobre 2015 – di applicazioni utilizzabili per insegnare la programmazione ai bambini). Nel tempo, però, sono nate anche vere e proprie associazioni che organizzano corsi strutturati di coding per bambini e ragazzi divisi per fascia di età e competenze.
Tempo fa avevamo parlato dei CoderDojo.
Oggi segnaliamo, invece, CoderKids che, tra le varie formule, eroga corsi anche a domicilio per gruppi piccoli formati da 2/3 bambini a partire dagli 8 anni e Codemotion Kids, con due sedi a Roma e una a Milano, nata come enorme conferenza sull’argomento e divenuta ora start up con una serie di progetti perfettamente avviati.

Se, quindi, state pensando a un secondo corso per la seconda metà dell’anno, questa del coding rappresenta una valida alternativa ai soliti corsi sportivi, adatta indistintamente a maschi e femmine e utile per qualunque scelta futura.

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