Educar mangiando
Nozioni di educazione alimentare fornite dal dottor Giorgio Pitzalis, esperto di scienze nutrizionali pediatriche.

Nozioni di educazione alimentare fornite dal dottor Giorgio Pitzalis, esperto di scienze nutrizionali pediatriche.
Se da una parte il comportamento alimentare è un mezzo attraverso il quale i genitori posso capire meglio il bambino, dall’altra anche il piccolo riceve, proprio attraverso il cibo, le prime impressioni su mamma e papà.
Per molti secoli – spiega il professor Giorgio Pitzalis, dottore di ricerca in gastroenterologia, epatologia e scienze nutrizionali pediatriche – il compito principale dei genitori è stato quello di assicurare ogni giorno qualcosa da mangiare ai propri figli con un’alimentazione sana legata ai cicli stagionali e alla presenza o meno della materia prima sul territorio (da cui derivano, poi, le diverse cucine regionali e le abitudini alimentari dei popoli).
In seguito – e nell’ultimo decennio in modo evidente e preoccupante – i Paesi più industrializzati si sono piegati, dal punto di vista alimentare, alle esigenze della grande industria che da un lato ha permesso l’aumento dell’offerta alimentare, dall’altro, però, ha causato un’omologazione alimentare dando vita a modelli nutrizionali il più delle volte eccessivi e monotoni responsabili dei problemi di peso che affliggono la maggior parte dei Paesi occidentali (in Italia 4 bambini su 10 sono soprappeso o obesi con un andamento crescente dal Nord al Sud. In quasi tutte le regioni l’alimentazione tradizionale ha subito uno stravolgimento e ovunque eccessivo è il consumo di alcuni particolari alimenti a scapito di altri, per esempio la carne rossa).
Scrive il dottor Pitzalis: Ogni genitore, sognando l’arrivo di un figlio, ne immagina caratteristiche e qualità. Ma quando il bambino nasce e la sua personalità non corrisponde ai sogni e alle aspettative di mamma e papà, sorgono tensioni e conflitti interpersonali. Ogni famiglia sceglie un ambito di vita del figlio a cui dedicare particolare attenzione – scuola, amici, religione, cultura -. In questo senso anche l’alimentazione costituisce un “terreno di battaglia”.
Il consiglio è allora quello di non fuggire dai problemi ma di raccogliere la sfida, che può costituire un’occasione unica di maturazione e di crescita per la famiglia nel suo complesso. Spesso il bambino (ma anche l’adulto) mangia più del necessario per ansia o tristezza. La soluzione deve essere non solo la riduzione della quantità degli alimenti, ma anche la ricerca dei motivi di sofferenza del soggetto in questione cercando di ricostruire l’autostima dell’individuo.
Durante i pasti – prosegue l’esperto – è meglio evitare di stabilire cosa sia giusto o sbagliato per il bimbo rinviando il confronto a un momento successivo. Se il piccolo, per esempio, non mangia le verdure, non è necessario cercare di convincerlo del fatto che “sia giusto mangiarle”. Può eventualmente essere più utile provare a comprendere cosa si nasconda dietro al rifiuto categorico “delle verdure”.
Ovviamente, non tutti i rifiuti alimentari dei bambini nascondo conflitti irrisolti. È chiaro che anche il gusto, come qualsiasi altra cosa, debba essere educato evitando, per esempio, di abituare i piccoli sin dai primi mesi di vita a certi particolari sapori (è risaputo che la maggior parte dei neonati vengano addomesticati al dolce, sapore che ricercheranno in seguito a un costo calorico spesso eccessivo).
Dal momento, poi, che “mangiare” è un’azione che mette in gioco più esperienze sensoriali, è bene che la tavola diventi un luogo di scambio tra educatori e bambino. La scuola e le mense scolastiche rappresentano in questo senso le sedi più adeguate per interventi di educazione alimentare che si pongano l’obiettivo di favorire un percorso educativo e formativo che, attraverso l’apprendimento di sapori alternativi e modalità di presentazione diverse dei cibi, possa correggere abitudini consolidate e non rispondenti a una dieta equilibrata e salutare. In particolare, la scarsa accettazione delle verdure può essere data dalle qualità intrinseche del nutriente, dalle modalità di cottura e presentazione del prodotto, dal “modello dei genitori”, da fattori culturali ed ereditari…
Ecco un programma educativo che il dottor Giorgio Pitzalis propone per mamma e papà:
Le problematiche alimentari non risolte in età scolare si ripercuotono, inevitabilmente nell’età puberale.
Per maggiori informazioni sull’argomento, è possibile consultare il sito internet www.giustopeso.it di cui il professor Giorgio Pitzalis è responsabile e curatore. Per la versione integrale dell’articolo di cui sopra www.sportmedicina.com.
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