Essere papà oggi
Aspettando la festa del papà, identikit del papà moderno, tra casa, lavoro, figli e, di questi tempi, aggiungeremmo anche dad.

Aspettando la festa del papà, identikit del papà moderno, tra casa, lavoro, figli e, di questi tempi, aggiungeremmo anche dad.
Chi sono i papà di oggi? Qual è il loro ruolo all’interno delle famiglie? Come si muovono in una società, quella italiana, che guarda alle realtà più evolute (Paesi Nordici, Stati Uniti, Olanda…), ma poi, troppo spesso e in troppe contesti sociali, non riesce a uscire dal cliché della mamma-casalinga-tuttofare e del papà-assente-per-motivi-di-lavoro?
Essere padri oggi non è facile (come non è semplice essere madri oggi).
I papà di una volta avevano modelli di riferimento chiari. Il loro ruolo era principalmente quello di sostenere la famiglia economicamente vestendo, tra le mura domestiche, i panni di chi è preposto ad accompagnare le prole verso il mondo esterno, rompendo quel legame indissolubile nei primi mesi che si instaura tra madre e figlio. La figura del papà era una volta del tutto assente nei primi mesi di vita del bambino. Li si vedeva con la sigaretta in mano, la camicia slacciata e il passo nervoso nelle sale d’attesa delle sale parto e poi scomparivano del tutto durante tutti i primi mesi di vita del bebè. Per ricomparire, in qualche modo, e a cose ormai fatte, nelle passeggiate delle domeniche mattina quando il bimbo aveva raggiunto una certa autonomia ed era passato attraverso il marasma dell’iniziale adattamento al mondo.
I padri di oggi, invece, tagliano il cordone ombelicale in sala parto. Spesso, quando la madre non è in grado di farlo perché ancora sotto ai ferri, sono i primi a prendere in braccio i pargoli ancora sporchi e urlanti. Coraggiosi, impavidi, a volte svengono, stringono mani, asciugano fronti, si lasciano insultare, danno consigli. Il più delle volte seguono con attenzione e religioso silenzio le dure fasi del travaglio. Sapendo di avere un ruolo marginale, ma al contempo fondamentale, nella faccenda.
E quando il puppetto, profumato e nuovo di pacca, arriva a casa, è stato detto loro che devono essere di supporto alle madri. E loro ci provano. Imparano a cambiare pannolini, cullano, si alzano di notte, fanno bagnetti, se capita, se la mamma non allatta, danno biberon.
Insomma, chi sono i papà di oggi?
Qual è il loro ruolo nel contesto familiare? Sono diventati dei mammi? Perfettamente intercambiabili con la madre? O hanno mantenuto le loro prerogative di un tempo (la capacità, appunto, di rappresentare una via di fuga dall’intimità costituita dal binomio mamma-bambino, rappresentando per il piccolo il coraggio, la scoperta, l’avventura?).
E che ruolo hanno nell’educazione dei figli? Sono ancora capaci di essere autoritari o si sono piegati alla tenerezza come unica forma di rapporto coi figli?
E, soprattutto, come si vedono loro? Quali sono le loro prerogative, i loro sogni, le loro ambizioni?
Perché essere padre oggi, appunto, è complicato. Come è complicato essere madre, d’altra parte.
Perché ne gli uni né le altre hanno modelli a cui fare riferimento. Impegnati, tutti quanti, a ridisegnare ruoli. Madri che cercano autonomia e indipendenza tentando di affermare il loro essere donne, oltre che mamme ma che al contempo faticano a delegare, ancora convinte che come loro, nessuno mai. E padri, che sanno di poter cambiare pannolini e preparare pappe, ma che spesso, troppo spesso, non riescono dire di no a una riunione di lavoro, un impegno imprevisto, un avanzamento di carriera.
In un perenne stato di continua ridefinizione di compiti, ruoli e responsabilità.
Cosa ne pensi