Fiabe classiche e fiabe moderne

La maggior parte delle fiabe classiche che hanno popolato la mia infanzia, e anche quella dei miei figli, si svolgevano in posti incantati, attorniati da boschi e animali, a volte parlanti, a volte magici.

Sembra, però, che oggi le favole si siano talmente evolute, forse per essere al passo coi tempi, da non avere più spazio per alberi, prati, scoiattoli e cerbiatti.

In realtà, qualcosa di simile me la ricordo anche quando ero bambina io quando Bruno Munari aveva scritto “Cappuccetto rosso, verde, giallo, blu e bianco“: si trattava di una rivisitazione di una delle fiabe più amate, forse la prima dei miei ricordi infantili, che proponeva di rileggere la storia della bimba dal mantello rosso e cambiarla a seconda dei colori. In questo modo, il lupo poteva diventare un pescecane, la terra neve e gli alberi, orrore, grattacieli! Cambiava tutto tranne la fine, sempre lieta, anche se poteva succedere che il sentiero potesse trasformarsi in marciapiede e le indicazioni di legno, quelle che solitamente troviamo durante una passeggiata in montagna, diventavano semaforo (altro orrore!).

Questo libro è stato riproposto anche alla scuola dell’infanzia frequentata dai miei figli, utilizzato per introdurre i diversi colori e per stimolare la fantasia dei bambini.

Però, mi chiedo io, se le storie vengono riportate ai giorni nostri, nella nostra vita quotidiana, cosa può esserci di originale e avvincente? Generalmente, noi decidiamo di immergerci in una nuova lettura per spaziare da quella che è la nostra realtà e speriamo che la storia che ci accingiamo a leggere ci faccia palpitare, e sognare. Ma come è possibile farlo, se i nostri eroi si trovano ad affrontare traffico e smog? Non c’è niente di speciale, e nemmeno fantasioso, in tutto ciò, anche e soprattutto perché si tratta di realtà che conosciamo benissimo!

Nella nostra famiglia, i libri rappresentano un momento di aggregazione molto importante: dopo una giornata spesa tra mille impegni, finalmente, ci rilassiamo e, tutti vicini in un unico abbraccio, scegliamo un libro e a turno lo leggiamo.

I nostri protagonisti variano e, se una volta si tratta di un impavido guerriero, la volta successiva è una dolce principessa, ma, tra i tanti libri che abbiamo, molti, soprattutto tra i nuovi acquisti, narrano le semplici avventure di bambini come i miei, che vanno a scuola, che magari devono affrontare un compagno prepotente o un’insegnante dispotica.

Ridiamo e ci divertiamo leggendo cosa accade loro, e apprezziamo il modo che trovano per risolvere i loro piccoli problemi, ma devo ammettere che loro, i miei figli, se da una parte apprezzano la possibilità di ritrovarsi nei protagonisti delle storie che leggono, dall’altra cercano l’avventura, i personaggi mitologici e fantasiosi.

Secondo me, quindi, c’è posto per tutto, quando si tratta di libri, anche se credo che le favole classiche debbano mantenersi così come sono, senza stravolgimenti e modernizzazioni. Si tratta di tradizioni che fanno parte di noi e come tali vanno difese e diffuse di generazione in generazione. Per continuare a raccontarle e tornare ogni volta bambini.

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