Fioroni e la battaglia dei cellulari
I provvedimenti del Ministro Fioroni per promuovere, anche a scuola, comportamenti corretti e sani tra gli studenti.

I provvedimenti del Ministro Fioroni per promuovere, anche a scuola, comportamenti corretti e sani tra gli studenti.
Dati i fatti di cronaca degli ultimi mesi, dopo i lunghi dibattiti in materia di bullismo e provvedimenti disciplinari nei confronti di quegli studenti che si sono resi colpevoli di atti di violenza (spesso filmati con i telefoni cellulari) nei confronti dei compagni e, talvolta, degli insegnanti e dopo le polemiche scaturite in merito all’uso/abuso e alla presenza dei cellulari in classe, il Ministero della Pubblica Istruzione ha reso note, proprio in questi giorni, le linee di indirizzo e indicazioni in materia di utilizzo di telefoni cellulari e di altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica.
Sebbene nessuno pensi in questo modo di risolvere la grave crisi che la Scuola italiana sta attraversando, è questo un tentativo per porre in atto una regolamentazione chiara che indirizzi il comportamento tanto degli educatori quanto delle famiglie.
Nel dettaglio, ecco ciò che la direttiva stabilisce.
I 10 PUNTI DELLA DIRETTIVA
QUALCHE OSSERVAZIONE
Come dicevamo, è chiaro che simili provvedimenti non porranno fine agli atti di bullismo sempre più dilaganti nelle scuole, anche tra gli alunni più giovani. Ed è scontato che non sono i cellulari i responsabili della perdita di valori, che potrebbe meglio essere definita come “perdita del rispetto verso l’autorità”, che caratterizza molti dei comportamenti degli studenti. Ci sembra, però, che cominciare a restituire alla scuola il suo ruolo di controllo sulle giovani generazioni rappresenti un primo passo verso quella che speriamo diventi una politica più ampia di educazione delle giovani generazioni (educazione che dovrebbe partire dalle famiglie. Quelle stesse “famiglie” sulla bocca di tutti che, aldilà degli atti giuridici, spesso non esistono, mancando figure di riferimento chiare per bambini e adolescenti e regole di comportamento condivise tra genitori e figli).
La scuola è una cosa seria e come tale andrebbe presa. Dagli studenti, certo. Ma anche dagli insegnanti e dai genitori. Perché il fatto che si sia dovuti arrivare a una normativa che regolamenti l’uso del cellulare in classe, implica la perdita di qualsiasi forma di rispetto verso gli altri. Perché dovrebbe essere chiaro che a un alunno (e anche agli insegnanti) il cellulare in classe non serve. E perché dovrebbe essere chiaro che esso rappresenta una forma di disturbo per il regolare svolgimento delle lezioni. Nonostante tutto ciò, i ragazzi (e, in alcuni casi, anche i bambini) vanno a scuola con i cellulari e gli insegnanti (per fortuna non tutti) tengono il telefono accesso durante lo svolgimento del loro lavoro.
Dopodiché, lo ripetiamo, i cellulari non sono la causa della cattiva educazione, ma la conseguenza. Aspettando, quindi, una cura, è un passo iniziare a lavorare sui sintomi.
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