Fotografi in sala parto

Il momento in cui si diventa genitori, quando per la prima volta si vede il proprio bambino dopo nove mesi di attesa, è sicuramente uno di quelli che rimarranno impressi nella mente per sempre.

Le emozioni che assalgono neo mamme e neo papà tenendo in braccio il piccolo appena nato sono talmente tante da essere indescrivibili.

Per questo, i padri, che timidamente avevano cominciato a fare capolino nelle sale parto, hanno gradatamente acquistato più sicurezza, tanto da arrivare al momento della nascita del bebè armati di macchina fotografica e videocamera. Perché niente potesse sfuggire, in un giorno così speciale.

Personalmente, quando è toccato a me partorire i miei figli, ho deciso di affrontare tutto il travaglio con mio marito accanto, perché ritenevo che si trattasse di un’esperienza da condividere. Non mi sbagliavo, perché, quando la famiglia si forma, è importante che siano presenti, fin da subito, entrambi i genitori. Nonostante il dolore, la stanchezza, la fatica, a prevalere erano eccitazione, curiosità e gioia. A chi avrei potuto comunicare tutti questi sentimenti, se non a mio marito?

Anche lui, come tanti padri, aveva messo, nella valigia per l’ospedale, una macchina fotografica, ma ha cominciato ad usarla quando i nostri figli erano già nati e già posti nella loro culla.

La sua decisione, condivisa da me, è stata dettata dalla voglia di sostenermi durante il parto senza impedimenti, ma anche dal timore di indispettire ostetrica e medici con il continuo ticchettio degli scatti fotografici. E, sinceramente, non avevo certo voglia di mettermi in posa durante le contrazioni o, peggio ancora, durante le spinte!

Avranno pensato a questo, negli Stati Uniti, i fotografi che, da qualche tempo, offrono, tra i loro servizi, anche un servizio ambientato in sala parto, con tanto di immagine che immortala il taglio del cordone? Per lasciare al papà le mani libere, e permettergli di sostenere la moglie durante il travaglio, c’è qualcun altro che riprende tutto, dall’arrivo in ospedale alla nascita del piccolo. E per fare ciò, si fa pagare profumatamente.

Non è certo una novità che mi stupisce, considerando che ormai esiste anche un programma televisivo, “24 ore il sala parto”, che segue le mamme prossime al parto dal loro arrivo in clinica fino al lieto evento.

Certo, vedere certe immagini è emozionante, e spesso mi ritrovo a commuovermi, quando vedo quegli esserini venire alla luce. Ma poi mi chiedo: non si tratta di un procedimento troppo invasivo, nei confronti del lavoro di infermieri, medici ed ostetrici, ma anche dei bimbi appena nati?

Per anni i bambini sono nati senza scatti, senza immagini, ma le testimonianze che noi ricevevamo sulla nostra nascita non erano certo meno coinvolgenti, anzi, l’amore dei nostri genitori, insieme all’emozione e all’esaltazione da loro vissuta, trasparivano perfettamente dalle loro parole. Senza foto e senza videocamere.

E allora, perché sembra che oggi sia impossibile accontentarsi?

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