Genitori spazzaneve

Li chiamano genitori spazzanve. Sono mamme e papà convinti che fornire ai figli un aiuto costante e continuo nello svolgimento delle loro attività quotidiane (per esempio i compiti a casa) sia il modo migliore per incoraggiarli, far sentire la loro presenza e stare loro vicini.
Uno studio delle Università della Finlandia orientale e di Jyväskylä ha evdenziato, invece, esattamente il contrario: i bimbi lasciati liberi di sbagliare, di prendere un brutto voto, di non riuscire a finire tutti i compiti, acquisiscono maggiore consapevolezza dei propri limiti e, allo stesso tempo, degli strumenti per superarli; inoltre, sono più autonomi, hanno minor paura di sbagliare e, di conseguenza, si dimostrano più coraggiosi nell’affrontare le situazioni e le prove e rivelano una maggiore capacità di apprendimento.

Soprattutto per ciò che riguarda compiti e vita scolastica, i genitori dovrebbero imparare a farsi da parte.
Il loro ruolo non è quello di affiancare i figli nell’esecuzione degli esercizi o nella correzioni degli stessi. Al contrario, dovrebbero sostenerli insegnando loro a sbagliare da propri errori, impegnandosi a fondo pur di ottenere i migliori risultati. Dove per “migliori risultati” non si intende diventare i più bravi della classe. Ma ottenere il massimo da se stessi, impegnandosi a fondo e rialzondosi quando si cade.

In particolare alla scuola primaria, la tentazione di mamma e papà di fare i compiti insieme al bambino è fortissima.
Per il loro bene, invece, sarebbe preferibile intervenire solo se interpellati, evitando di correggere i compiti del piccolo (spetta agli insegnanti farlo, non ai genitori), ma aiutandolo a trovare un metodo di studio, favorendolo nella ricerca della concentrazione e sostenendolo in caso di brutto voto.

REGOLE PER LO SVOLGIMENTO DEI COMPITI A CASA

  • Fissare un orario (ragionevole) entro il quale il bambino deve terminare i compiti
  • Organizzare uno spazio studio che favorisca la concentrazione (niente tablet, cellulare, televisione a disposizione e nessun giocattolo in giro)
  • Intervenire solo se interpellati dal bimbo e non per risolvere o eseguire l’esercizio, ma per aiutare il bambino, con il ragionamento a trovare la soluzione
  • Non sostituirsi alle insegnanti: la correzione dei compiti non spetta ai genitori
  • Accettare che il bambino possa sbagliare e prendere un brutto voto. Il voto non è un giudizio. Ma uno stimolo per continuare a migliorarsi

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