I 3 valori della Scuola senza Zaino

Affermatosi nei Paesi anglosassoni e in Germania, il progetto Scuola Senza Zaino ha l’obiettivo di rivoluzionare la didattica soprattutto nelle scuole primarie attraverso un nuovo modello di insegnamento basato su un diverso modo di relazionarsi con gli alunni. SI rifà, in parte, al metodo montessoriano e si basa su tre principali valori:

  1. OSPITALITÀ
    All’organizzazione monotopa (costituita da una sola grande area di lavoro) dello spazio tipico delle scuole tradizionali, viene proposto un nuovo assetto della classe che favorisca la collaborazione tra gli alunni e che soddisfi criteri di vivibilità, estetica, confort, sicurezza, benessere e salute. Uno spazio orizzontale, insomma, in cui gli ambienti siano accoglienti, ordinati, gradefoli e attrezzati con tutto il materiale necessario per permettere lo svolgimento delle lezioni.
    Le aule diventano sorte di villaggi all’interno dei quali vengono predisposte una piazza centrale (agorà) in cui gli alunni possono confrontarsi e discutere (secondo il modello dell’Antica Grecia) e diverse aeree tematiche dedicate allo studio e al gioco per un approccio ludico-didattico.
  2. RESPONSABILITÀ
    La Scuola senza zaino prevede che nel corso del tempo il bambino impari via via ad assumersi le sue responsabilità e a essere più autonomo non solo nell’apprendimento delle diverse materie scolastiche, ma anche nella gestione del suo tempo.
    Non ci sono più, quindi, ore di italiano e ore di matematica, ma ogni alunno sceglie in autonomia quali materie seguire e quali esercizi eseguire con la sola regola di esplorare, nell’arco dell’anno, tutte le discipline e le proposte possibili. Il ruolo dell’insegnante è, quindi, più defilato e l’educazione scolastica diventa il compito primario del bambino stesso che non subisce più l’insegnamento dall’alto, ma ne diventa responsabile e autore.
    Il materiale didattico si trova direttamente a scuola
    dove si va senza zaino (da cui il nome dell’iniziativa) e sove i bambini devono imparare a condividirlo e ad averne cura: i pannello dove sono indicate le responsabilità a cui ciascuno deve far fronte; gli schedari auto-correttivi che consentono di esercitarsi e di avanzare, il timetable che informa sulle attività, il Manuale che raccoglie i vari documenti della classe, i materiali per il Laboratorio di scienze, i giochi matematici, la scheda di registrazione delle attività personali, i libri e le enciclopedie, i software didattici, la LIM e il computer sono alcuni esempi di strumenti didattici presenti nelle aule SZ.
  3. COMUNITÀ
    Nella SZ i piccoli devono imparare a collaborare tra loro per raggiungere una soluzione ai problemi che man mano si presentano loro senza fare continuamente riferimento all’insegnante.
    Il modello didattico, quindi, e gli spazi sono pensati proprio per creare una sorta di comunità scolastica che permetta il lavoro condiviso di alunni e insegnanti e genitori (da qui il modello dell’agorà greca). Ogni comunità scolastica costruisce e redige il proprio planning: un documento progettuale collegato al PTOF dell’Istituto che elenca e descrive nel dettaglio le attività, le caratteristiche e gli eventi specifici della singola scuola e che permette ai docenti, agli alunni e ai genitori di visualizzare gli impegni condivisi per l’anno scolastico. In questo modo si cerca di superare la chiusura scuola/sezioni e le astrazioni del PTOF.

FUNZIONA DAVVERO QUESTO MODELLO?

Nonostante la bontà della proposta, questo modello acquisito in toto non sembra aver riscosso un grande successo. Emblematica l’esperienza delle scuole toscane in cui è stato adottato in massa salvo, poi, rendersi conto che faceva acqua da tutte le parti.
Senza regole, infatti, e senza un insegnante a guidarli, le classi diventano ingestibili. I bambini non hanno, di fatto, punti di riferimento e l’insegnamento diventa un gioco al pari di un altro.
In classe regna l’anarchia. I compiti sono del tutto assenti, rendendo difficile anche la valutazione da parte del docente. Ciascuno va per la sua strada.
In alcune scuole, però, si è scelto di acquisire alcuni spunti derivanti dalle proposte della Scuola Senza Zaino inserendole in un contesto più tradizionale: si, quindi, ai cartelloni con l’assegnazione dei compiti, alla realizzazione dell’area gioco o lettura all’interno della classe, a una diversa disposizione dei banchi… No all’autogestione delle lezioni da parte dei bambini, al rifiuto totale dei compiti a casa e al condivisione completa del materiale scolastico (penne, matite, gomme, temperini…)

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