Il caso letterario: Bambine siate ribelli

Storia della buonanotte per bambine ribelli è uscito il 28 febbraio per Mondadori ed è diventato subito, in Italia come all’estero, un vero e proprio caso letterario.
Destinato al pubblico dei bambini, maschietti e femminucce, dai 6 anni in su (noi, però, pensiamo che possa tranquillamente essere letto anche ai bimbi più piccoli), questo libro cerca davvero e in modo concreto di rompere con gli stereotipi di genere e cerca di convogliare le energie creative, i sogni, i desideri delle bambine lontano dai principi azzurri e dalle fatine, dalle sirene e dalle ballerine.

In questo libro si raccontano storie. Ben 100 ne sono presenti.
Sono storie di passione, determinazione, lotta, coraggio, amore… Sono storie di bambine. Bambine come tante. Ma che quando erano piccole, anziché lasciarsi incantare dal miraggio del principe azzurro, dal mito della donna perfetta, madre perfetta, compagna perfetta e della famiglia perfetto, hanno preferito lasciarsi andare alla loro natura, quella vera, quella profonda. Quella che va oltre i dettami di genere e gli stereotipi.
Bambine a cui forse qualcuno ha detto più spesso: come sei intelligente, piccola! Piuttosto che come sei bella, bambina.
Sono storie di vita vissuta, vera: la storia di 100 donne che, in ambiti, epoche e situazioni diverse, hanno lasciato una traccia del loro passaggio e hanno cambiato le cose, imponendosi per la loro determinazione, per il coraggio e per l’anticonformismo profondo (non quello dell’ultima ora delle femministe di oggi).

Storie della buonanotte per bambine ribelle è un bel libro da leggere la sera prima di andare a nanna. A scuola durante le ore di lettura. Alla materna, semplificandone parole e toni, ma lasciando intatta l’essenza.
E’ un libro che invita le bimbe a essere semplicemente quello che vogliono essere e quello che si sentono di essere: non tutti diventeranno Rita Levi Montalcini, Frida Khalo o Coco Chanel.
Molte, però, impareranno che esiste una dignità profonda anche nell’essere principesse o ballerine: ed è data non dallo stereotipo di dover assecondare un cliché. Ma dalla volontà di essere ciò che davvero, nel proprio intimo, si desidera essere.

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