Il magico cestino dei tesori
Intorno ai 7 mesi, quando il bimbo comincia a stare seduto e a essere incuriosito da ciò che lo circonda, un gioco per stimolare le percezioni sensoriali.

Intorno ai 7 mesi, quando il bimbo comincia a stare seduto e a essere incuriosito da ciò che lo circonda, un gioco per stimolare le percezioni sensoriali.
UN GIOCO… EURISTICO
Circa 30 anni fa, fu la psicopedagogista britannica Elinor Goldschmied a proporre questo gioco a bimbi con un’età compresa tra i 6 e i 10 mesi per stimolare le loro percezioni sensoriali, sfruttando la curiosità e la voglia di scoprire che li anima in questo periodo della vita.
Da quando il bambino comincia a stare seduto, prima ancora che sia in grado di andare carponi, è possibile coinvolgerlo in quello che viene definito gioco euristico con gli oggetti e che, comunemente, è conosciuto come Il magico cestino dei tesori.
Si tratta, in pratica, di riempire fino all’orlo di oggetti di uso quotidiano facilmente rintracciabili in casa (mele, pere, cucchiai di legno o in metallo, spazzolini, spazzole, chiavi, scatole in cartone, quaderni, penne senza il tappo, asciugamani, sacchetti profumati, palline da tennis…) un cestino tondo del diametro di circa 35 cm, alto non più di 25 cm, con il fondo piatto e senza manici. Gli oggetti, multiformi, colorati, di peso, consistenza e materiale diverso, non dovranno essere di plastica e neppure troppo piccoli per evitare che il bimbo, mettendoli in bocca, possa inghiottirli. Il gioco consiste nel lasciare che il bambino, senza l’intervento dell’adulto che, però, dovrà rimanere al suo fianco, esplori il contenuto del cesto scoprendo cosa vi è contenuto all’interno. L’attività può essere ripetuta settimanalmente con oggetti sempre nuovi e di materiale diverso, sempre dando al piccolo la massima libertà di movimento (ecco perché la scelta iniziale del contenuto del cesto è fondamentale per la buona riuscita del gioco).
IL RUOLO DELL’ADULTO
In un gioco simile l’adulto, mamma o papà che sia, ha il compito fondamentale di selezionare il materiale da usare in modo tale che sia in grado di stimolare tutti e cinque i sensi (olfatto, gusto, tatto, vista, udito). Il fatto, poi, di non intervenire mai, non incoraggiando il piccino nell’uso dell’uno o dell’altro oggetto, non implica che il bambino debba essere abbandonato a se stesso. Semplicemente, è importantissimo che si senta libero di sperimentare ogni cosa come meglio crede (toccandola, mettendola in bocca, succhiandola, avvicinandola al naso…) nel tempo che gli è necessario.
L’ESPERIENZA DEL BAMBINO NEL GIOCO EURISTICO
Il gioco euristico (che può essere, poi, proposto anche ai bimbi più grandi con modalità differenti e differenti tipologie di oggetti) permette di stimolare la coordinazione “occhio – mano – bocca” offrendo una gamma vastissima di esperienze sensoriali che il bambino può sperimentare direttamente sulla sua “pelle” non essendo limitato nei movimenti. Inoltre, permette di sviluppare la capacità di scegliere del piccolo che, avendo tutto a portata di mano, non deve fare altro che allungare il braccio per afferrare l’oggetto che più lo colpisce (per la forma, il colore, la consistenza…).
Se, infatti, la scelta degli oggetti è stata ben effettuata, questi saranno in grado di attirare la curiosità del bimbo favorendo in lui un apprendimento attivo, agevolato dal fatto che non esiste un modo giusto o sbagliato per utilizzare il materiale a disposizione e che ogni bambino può sperimentare per proprio conto il fallimento quando cercherà di andare contro la natura dell’oggetto stesso.
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