Il piccolo Yeti

Uscito nelle sale italiane il 3 ottobre, il Piccolo Yeti, regia di Jill Culton e Todd Wilderman, è sicuramente uno dei film più poetici presenti in questo momento nella programmazione cinematografica di questi mesi.
La storia è piuttosto semplice:
Yi, una ragazzina solitaria che si riempie la giornata di lavoretti per guadagnare quanto le serve per fare il viaggio in Cina che sogna da sempre, si è creata un suo angolino sul tetto per isolarsi dal mondo e sognare in pace.
Qui, una sera, s’imbatte in un cucciolo di Yeti, ferito, spaventato e inseguito da un collezionista senza scrupoli. I due diventano amici, la bambina gil dà un nome – Everest – e, soprattutto, lo aiuta a tornare a casa, sugli splendi monti dell’Himalaya.

Sebbene l’impianto narrativo sia piuttosto semplice, Il piccolo Yeti sembra possedere qualità nascoste che lo rendono un lungometraggio che va ben oltre le aspettative.
La scrittura, infatti, è intelligente e con una forte dominante femminile, che valorizza la poesia della natura e che fa leva sulle emozioni in maniera onesta e diretta, utilizzando la fantasia per creare l’atmosfera poetica in cui il film è immerso.

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