Ingorgo mammario: cosa c'è da sapere

L’ingorgo mammario è un disturbo abbastanza frequenti che può colpire la neomamma nelle prime settimane di vita del bambino. La produzione di latte, infatti, funziona in base alla legge della domanda e dell’offerta: più il piccolo viene attaccato al seno (e nel modo corretto), maggiori sono le possibilità che l’allattamento si avvii nel modo giusto e senza grossi problemi.
Finché, quindi, il seno non ‘impara’ a riconoscere la quantià di latte necessaria per soddisfare le esigenze del bimbo fornendogli tutto il nutrimento di cui ha bisogno, può succedere che i seni non si svuotino correttamente provocando, appunto, un ingorgo. Il dolore provato dalla mamma può essere piuttosto intenso, rendendo difficoltoso l’allattamento stesso.
Ecco perché è importante intervenire immediatamente e nel modo corretto.

INGORGO MAMMARIO
Come dicevamo sopra, l’ingorgo mammario è causato da uno squilibrio tra la produzione di latte e la quantità che viene poppato dal neonato. Nella maggior parte dei casi, si verifica nei primi giorni dopo il parto e più esattamente quando avviene il passaggio dalla produzione del colostro a quella del latte vero e proprio.
Lo stesso problema, però, si può verificare anche più avanti quando il neonato non viene attaccato a sufficienza o quando la quantità di latte assunta a ogni signola poppata non è sufficiente a svuotare la mammella.

I sintomi:
i sitnomi principali dell’ingorgo mammario sono seno duro, gonfio, dolorante e spesso caldo al tatto. Talvolta il capezzolo appare ritratto verso l’interno, cosa che rende difficoltoso, per il bambino, attaccarsi e succhiare.
A questi sintomi, se ne possono accompagnare altri che intaccano lo stato di salute generale della neomamma: senso di affaticamente, stanchezza, perdita di appetito, febbre…
Un ingorgo mammario non ben trattato potrebbe trasformarsi in mastite.

Cosa fare:
poiché l’ingorgo mammario è causato da un’eccessiva produzione di latte, la cosa migliore, qualora dovesse verificarsi, è attaccare spesso il bambino in modo da facilitarne la fuoriuscita e regolarne la produzione stessa.
Se l’attaccamento dovesse risultare troppo doloroso o se il piccolo non riuscissi a succhiare, il consiglio è quello di svuotare il seno utilizzando un tiralatte o con la spremitura manuale.
Inoltre, sempre al fine di rendere l’allattamento meno doloroso e prevenire, in seguito, altri problemi, si consiglia di:

  • Effettuare spugnature con acqua calda nei 10/15 minuti che precedono l’allattamento per ammorbidire il seno e rendere meno doloroso l’attaccamento del piccolo
  • Sempre al fine di alleviare il dolore, è possibile massaggiare la mammella con delicati movimenti concentrici in direzione del capezzolo.
  • Dopo ogni poppata, procedere allo svuotamento manuale del seno in modo da evitare ristagni di latte nella mammella.
  • Sempre al termine della poppata, per alleviare il dolore, può giovare un impacco freddo in regione ascellare.
  • Durante l’allattamento, utilizzare sempre reggisenti comodi.

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