Io mi svezzo da solo!

Io mi svezzo da solo! é il libro uscito qualche anno fa (2008) scritto dal pediatra Lucio Piermarini deciso ad affrontare il tema dello svezzamento da un punto di vista completamente nuovo: quello del bambino.
Piermarini, infatti, cerca di spiegare come, in tema di alimentazione nel primo anno di vita, la medicina e la pediatria nello specifico abbiano fatto, negli ultimi anni, notevoli passi indietro, inseguendo una supposta ‘alimentazione perfetta per il bebé’ senza che, però, la cosa fosse realmente supportata da una valida ragione medica e scientifica.
In altre parole, secondo l’autore, troppi consigli (da parte dei pediatri) e poca attenzione per quelle che sono le esigenze del piccolo.

 

 

SE L’ALLATTAMENTO è A RICHIESTA..

Se durante tutto il puerperio ostetriche, pediatri, neonatologi. incoraggiano le neomamme a praticare l’allattamento al seno a richiesta confidando nella capacità  del neonato di autoregolamentarsi da solo, per qualche motivo, nel periodo dello svezzamento, il bambino viene lasciato ai margini di ogni scelta e tutto diventa ‘medicalizzato’?
Perchè le mamme sono invitate a pesare, misurare, togliere, eliminare, trasformare. seguendo tabelle di crescita che non si riferiscono al loro particolare bambino, ma a un bambino ideale che, però, potrebbe avere esigenze nutrizionali completamente diverse da quelle del proprio?
Per dirla con altre parole: perchè si pratica l’allattamento a richiesta e non lo svezzamento a richiesta?.
è questa la domanda (e il perno focale) intorno al quale ruotano le tesi di Piermarini che promuove un ritorno a una forma di svezzamento arcaica in cui al primo posto sia messo proprio il bimbo, il suo gusto e le sue esigenze.

 

 

SVEZZAMENTO: NON UNA QUESTIONE DI FORMULE

Da anni, ormai, lo svezzamento é per quasi tutte le mamme un fatto di formule, tabelle, grammi, cibi che vengono introdotti subito e cibi che vengono introdotti dopo, necessità  di soddisfare bisogni generici stabiliti a tavolino da medici e pediatri. Così, via di pappine, liofilizzati, omogeneizzati, latti formulati, sostituti. Anche nelle famiglie più attente, quelle in cui non entrano prodotti confezionati proposti dalla grande industria della prima infanzia, quelle che si riforniscono solo presso negozi e mercati bio e cercano di abituare sin da subito il bambino a un’alimentazione varia e articolata, anche in questi contesti é molto difficile sfuggire al sistema dei pesi e delle misure. I bimbi che mangiano di più o di meno rispetto alla tabella sono definiti ‘mangioni’ o ‘problematici’. Senza minimamente tenere presenti parametri quali le calorie bruciate dal piccolo durante il giorno, il gusto personale, la predisposizione o meno alla fame.
Naturalmente, il sistema é comodo. Perchè aiuta i genitori all’inizio a muoversi in un universo che é loro estraneo. Ma andrebbe proposto dai pediatri con una certa accortezza, avvertendo mamme e papà  che scartare di lato é possibile e non dannoso per il piccino.
Autosvezzamento non significa incoscienza. Alcuni alimenti (uova, funghi, latte vaccino, frutti di bosco, cibi speziati..) vanno, comunque, introdotti con cautela nell’alimentazione del bambino e, preferibilmente, dopo l’anno di età . Ma insegnare al piccolo a mangiare di tutto un po’, facendolo sedere a tavola con i grandi, evitando di frullare ogni cosa ma consentendogli di sperimentare consistenze e forme, é un modo per dargli fiducia.
Naturalmente, alcune cose risulteranno sin da subito gradite. Per altre ci vorrà  un po’ più di tempo. Ma quella dell’autosvezzamento pare essere una formula che funziona.
è fondamentale, però, che mamma e papà  seguano, di loro, un regime alimentare sano, vario, stagionale.
I genitori che mangiano solo cibi precotti, surgelati, acquistati in rosticceria. Quelli che non conoscono il sapore della frutta e della verdura. Le mamme che si dedicano con passione alle fritture e tralasciano tutto il resto, non rappresentano certo un modello da seguire.
In questi casi, meglio affidarsi ai consigli del pediatra. Cercando, però, per il futuro di migliorare il proprio rapporto con il cibo. Per la propria salute e per quella del bambino. Che prima o poi, qualunque sia la scelta effettuata nei primi mesi, seguirà , in fatto di dieta, le scelte e le orme di mamma e papà .

 

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