Kiddle, il motore di ricerca per bambini

E’ il primo motore di ricerca che, utilizzando gli stessi sistemi di ricerca di Google, restituisce risultati che, nelle prime pagine, si possono considerare al 100% bimbo friendly.
I primi tre link proposti da Kiddle sono, infatti, siti per bambini. Dal quarto al settimo link appaiono siti non pensati espressamente per i più piccoli ma, comunque, scritti con un linguaggio semplice, abbordabile per un bambino. Dall’ottavo risultato in poi, appaiono i siti normalmente proposti da Google Safe Search, ossia link sicuri ma non necessariamente abbordabili, in termini di linguaggio, da un bambino.

Nonostante la somiglianza grafica (scelta dei colori, web design…), Kiddle non è stato sviluppato da Google e non ha nulla a che vedere con Google: la stringa di ricerca appare al centro, sotto al logo come avviene per il più famoso motore di ricerca, e campeggia al centro di una pagina costruita sul tema dello spazio. Un piccolo robot fa da tutor ai bimbi ricercatori spiegando loro quando un termine non possa essere preso in considerazione, ai fini della restituzione dei risultati, perché considerato bad word.

A questo proposito, in fase di lancio del prodotto, le polemiche non sono mancate. Molti termini di ricerca, infatti, sono considerati “bad words” esclusivamente per la tematica cui fanno riferimento. Un esempio per tutti: tutte le parole legate al mondo gay e lesbian così come tutti i termini relativi alla sessualità maschile e femminile (comprese parole quali mestruazioni, ovulazione…).
A questo proposito, è evidente che il sistema vada ancora perfezionato e ci siano delle falle. Noi, infatti, abbiamo voluto provarlo ottenendo un risultato negativo anche per termini assolutamente impensabili quali “apple”, “play”, “trein”…

A ogni modo, è un ottimo passo in avanti per quanto riguarda la presenza dei bambini sulla rete, la loro navigazione e la possibilità di accedere o meno a siti ritenuti “pericolosi”.
Esiste, infatti, anche la possibilità di creare una lista personale di parole chiavi considerate cattive e di siti pericolosi, stringendo ulteriormente i parametri di ricerca e, quindi, di navigazione.

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