La banca del tempo...
Una banca pensata per chi non ha tempo da perdere. Per scambiarsi servizi prelvandoli direttamente dal catalogo del "GiraTempo".

Una banca pensata per chi non ha tempo da perdere. Per scambiarsi servizi prelvandoli direttamente dal catalogo del "GiraTempo".
Ci fu un tempo in cui i rapporti tra persone di una stessa comunità venivano regolati dal baratto. Un litro di latte in cambio di un intervento di riparazione alla stalla. Due polli per una visita medica… Poi, il denaro cambiò le abitudini e chi offriva un servizio, di qualunque tipo esso fosse, pretendeva il pagamento di una parcella in moneta sonante, moneta che veniva reinvestita per acquistare beni e altri servizi. Questa prassi, nonostante siano trascorsi secoli da quando fu introdotta, non sembra affatto essersi esaurita e a un occhio esterno risulterebbe chiaro come proprio il denaro è il meccanismo regolatore di qualsiasi transazione umana. Eppure qualcosa sta cambiando. O meglio, qualcuno ha cominciato a pensare a strade alternative per raggiungere i medesimi risultati senza, come si dice, “sborsare una lira”. Nacquero, così, quelle che comunemente vengono chiamate BANCHE DEL TEMPO.
Le prime si svilupparono in Gran Bretagna agli inizi degli Anni Ottanta come risposta allo smantellamento dello stato sociale, presero il nome di LETS (Local Exchange Trading System) e si configurarono come piccole comunità atte allo scambio di tempo, saperi e beni. In seguito, la formula fu esportata in Francia, Olanda, Germania, Paesi Scandinavi.
In Italia le BANCHE DEL TEMPO furono introdotte solo a partire dalla prima metà degli Anni Novanta e si focalizzarono, principalmente, sugli aspetti di socializzazione, ricostruzione di rapporti solidali, recupero della convivialità.
Spiegare in cosa consista esattamente una BANCHE DEL TEMPO è piuttosto semplice. In pratica, si tratta di persone che si organizzano mettendo a disposizione della collettività e di quanti ne facciano richiesta il loro tempo libero e il loro background offrendo, in questo modo, un servizio (c’è chi si offre come baby sitter, chi come insegnante di ripetizione, chi come esperta di giardinaggio e chi come infermiera a domicilio). Insomma, i campi di pertinenza del meccanismo possono essere infiniti.
L’idea di fondo è che, di fatto, non esista una sostanziale differenza tra la casalinga e il dirigente, il medico e il giardiniere. Tutti a loro modo sono in grado di essere utili alla comunità e la prestazione del proprio lavoro, anziché essere quantificata in denaro, viene valutata in termini di tempo impiegato.
Nello specifico, dunque, ecco come opera, aldilà delle differenze territoriali di ciascuna associazione, una BANCHE DEL TEMPO e quali regole ne animano il meccanismo:
Per promuovere e monitorare le attività della BANCHE DEL TEMPO, alla fine del 1995, è nato TempoMat, una sorta di Osservatorio senza fini di lucro nato con scopo divulgativo e promozionale. Sul sito, purtroppo non aggiornatissimo, ma decisamente esaustivo dal punto di vista informativo, www.tempomat.it è possibile rintracciare tutte le informazioni necessarie per aprire una Banca del Tempo oltre a conoscere l’elenco (non completo) di tutte le Associazioni già presenti sul territorio italiano.
I vantaggi, come è facile intuire, sono molteplici perché attraverso il sistema delle BANCHE DEL TEMPO è possibile far richiesta di una baby sitter in cambio di una lezione di inglese, musica, informatica. Si può cercare qualcuno che stiri le camicie offrendo le proprie conoscenze in materia di elettronica. Si può far richiesta di un insegnate di ripetizioni per il bambino che non si applica proponendosi come cuochi per una cena importante. Insomma, molteplici alternative per coloro che… NON HANNO TEMPO DA PERDERE!
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