La Disney e l'amore omosessuale

Che dai tempi di Biancaneve a oggi la Disney abbia compiuto grandi passi in avanti è indubbio.
Dai primi film, infatti, in cui giovani e bellissime principesse, per lo più orfani di madri, affidate a matrigne cattive, indifese e fragili, si innamoravano del principe azzurro che le salvava dal loro destino crudele a Vaiana, l’ultima protagonista di una pellicola targata Disney, di acqua sotto ai ponti ne è passata parecchia.

Non è, infatti, solo la storia raccontata a essersi evoluta (già in Frozen il principe azzurro, di fatto, non esisteva), ma anche il modello femminile proposto è cambiato: Vaiana è tozza, non ha il fisico della top model, le mancano gli zigomi alti e gli occhi blu profondi e non è figlia di re e regina. È solo un’adolescente coraggiosa e curiosa come se ne possono incontrare tante nella vita vera.
Inoltre, da qualche anno a questa parte, anche le principesse sembrano essersi svegliate. Sono loro, infatti, le artefici del loro destino e non vivono più in attesa di un presunto principe azzurro che potrebbe non arrivare mai.

Elsa, per esempio, amata da tutte le bambine del mondo, non ha pretendenti, non sembra essere interessata ad averne, non ambisce a una vita di coppia tradizionalmente intesa.
Il suo personaggio è stato così disruptive rispetto agli altri precedenti, che da tempo sul web si chiede alla regista di darle un fidanzato. O meglio, una fidanzata (#GiveElsaAGirlfriend).
Non si esclude, quindi, che il sequel (che dovrebbe arrivare nelle sale a novembre 2019) potrebbe vedere la dolce Regina del Ghiaccio alle prese con un amore lesbo.

D’altra parte, però, sono anni che si vocifera che sebbene la Disney non abbia mai apertamente preso posizione in merito, non si sia nemmeno tirata indietro dal raccontare in modo velato l’amore omosessuale e si dice che molti personaggi e scene siano ispirati a modelli LGBT: Francis di A Bug’s Life, il teatrale governatore Ratcliffe di Pochaontas, il travestitismo di Ursula della Sirenetta palesemente ispirata dall’iconica drag Divine, il genio di Aladin spesso vestito con abiti femminili…

Che i tempi siano maturi, quindi, è indubbio. E nonostante l’avversione di molti per l’argomento e le polemiche che ogni vota che si annuncia un cambiamento in casa Disney si scatenino, sono tantissimi ad augurarsi un’ulteriore passo in avanti verso la modernità anche da parte della più grande casa di produzione per bambini al mondo.

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