La frutta nello svezzamento

È indispensabile per il benessere del bambino in quanto ricca di vitamine, fibre e sali minerali, nutrimenti fondamentali per una crescita sana ed equilibrata. Soprattutto, poi, per quelle mamme che proprio in questi mesi inizieranno lo svezzamento del neonato, la frutta rappresenta un alimento insostituibile per garantire al piccolo le sostanze idratanti che lo aiuteranno ad affrontare meglio il caldo e la conseguente perdita di liquidi.
Offerta sotto forma di purea all’inizio, la frutta può essere inserita nell’alimentazione del bambino già a partire dal 4° mese di vita. Ovviamente, non tutti i tipi di frutta sono consigliati all’inizio, ma nel giro di 2 anni il piccino potrà mangiare praticamente di tutto.
Si comincia, appunto, tra il 4° e il 5° mese con mele, pere e prugne. A 6 mesi si può introdurre la banana, tra gli 8 e i 10 mesi pesche e albicocche. Al compimento del primo anno gli agrumi e, da ultimo, fragole, ciliegie e uva che, per il loro alto potere allergizzante, non andrebbero offerte prima dei 2 anni.
Rispettare questo calendario (da concordare, in ogni caso, con il proprio pediatra), significa limitare il rischio che in futuro possano insorgere allergie e intolleranze, dando, comunque, al bimbo tutti i nutrimenti necessari per la sua crescita.

FRUTTA: FONTE DI NUTRIMENTO
La presenza di vitamine, fibre e sali minerali fa della frutta un alimento insostituibile.
Le prime, infatti, sono indispensabili per l’assimilazione di altre sostanze (quali, per esempio, proteine, zuccheri e grassi) e sono il motore che permette di innescare alcuni processi necessari per la vita. Dal momento, poi, che non vengono sintetizzate in modo autonomo dall’organismo (tranne la vitamina D che viene prodotta dalla pelle grazie all’azione dei raggi solari), devono essere, necessariamente, introdotte attraverso l’alimentazione.
Per quanto riguarda, invece, le fibre di cui frutta e verdura sono ricche, servono per permettere il transito intestinale prevenendo episodi di stitichezza, riducono l’assorbimento del glucosio nell’intestino dei grassi e delle calorie e hanno un’azione disintossicante.
I sali minerali, dal canto loro, sono fondamentali per la regolazione dei liquidi corporei e, come nel caso del potassio (contenuto nelle banane), per l’equilibrio idrosalino.

OMOGENEIZZATA, FRESCA O DA BERE?
La frutta in vasetto è indicata per i primi tempi, quando il bambino passa da un’alimentazione a base esclusivamente di latte a un’alimentazione solida. Non solo, infatti, è più sicura perché sottoposta a tutti i controlli obbligatori per legge sui prodotti per la primissima infanzia, ma anche più digeribile (dal momento che la polpa è finissima) e più comoda per mamma e papà che possono darla al piccolo in qualsiasi momento della giornata.
Una volta che il bambino si sarà abituato al sapore della frutta e alle pappe, è possibile passare alla frutta fresca, preferibilmente se di stagione e di primissima scelta, che dovrà essere sbucciata (o lavata con cura nel caso di frutti a cui è impossibile togliere la buccia. Per esempio, le albicocche), grattugiata, schiacciata o tagliata in piccoli pezzi. Se possibile, meglio evitare l’aggiunta di zucchero per non abituare il bimbo al sapore dolce (questo vale sempre per qualsiasi alimento venga offerto al bambino).
Il succo di frutta rappresenta un’ottima merenda dal momento che, oltre a dissetare e a essere, generalmente, gradito dai piccoli, fornisce lo stesso apporto nutritivo della frutta fresca. Ancora meglio i frullati e le spremute fatte in casa senza aggiunta di zuccheri. Al momento dell’acquisto, è bene, però, leggere con cura le etichette controllando la percentuale di frutta presente. Per legge, i succhi di frutta devono contenere il 100% di frutta fresca senza aggiunta di zuccheri. I nettari di frutta solo il 40% (la restante parte è costituita da acqua e zucchero).

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