La sfida delle mamme su Facebook e il suo lato oscuro

La sfida delle mamme:
Grazie a @PincaPallina, la persona migliore che io conosca, per la nomination!
Posto qui tre foto che mi rendono felice di essere mamma!!
Nomino le seguenti mamme che trovo fantastiche per la sfida delle mamme e chiedo loro di inviare a loro volta 3 foto.
Copia e incolla questo testo e nomina altre super mamme!!
Le mie super mamme sono: @Tizia, @Caia, @Sempronia

Con qualche piccola variazione sul testo, che spesso viene personalizzato a seconda delle esigenze personali, è più o meno questo il testo che sta impazzando sulle bacheche di Facebook in questi giorni.
La sfida delle mamme è partita e le foto dei bambini sul social, ammesso che ce ne fosse davvero bisogno, si sono moltiplicate. In modo pericolosamente esponenziale, per l’integrità mentale di chi figli non ne ha e non ne vuole avere.

La domanda è: perché?
La domanda è: perché una cosa tutto sommato abbastanza inutile come questa è diventata virale in così poco tempo?
E la domanda é: cosa si nasconde dietro a questa (e a innumerevoli altre) sfide lanciate su Facebook?

Innanzitutto, una notazione.
In generale, le sfide lanciate su Facebook ottengono enorme visibilità, funzionano bene e tendono a coinvolgere un numero enorme di frequentatori del social, anche quelli, in generale, più restii a prendere parte a questo tipo di iniziative (basti pensare alla sfida riguardante i 10 libri più amati, la top ten dei film, i cartoni animati come immagine del profilo…).
Non stupisce, dunque, che pochi giorni dopo il debutto della sfida delle mamme, siti come il Milanese Imbruttito avessero già trovato il modo di irriderla e prendere le distanza (vedi immagine a lato).

Detto questo, però, che fa parte delle regole del gioco, la sfida della mamme ha aperto due diversi fronti di dibattito.

  1. Da una parte si è riaccesa l’annosa questione sulle foto dei bambini in rete. E così, mentre un fronte di mamme in tutta Italia si dilettaa pubblicare foto che le vedono felici e ridenti con pargoli altrettanto felici e ridenti, un altro fronte si schiera per ricordare a tutti quali e quanti possano essere i pericoli, per i bimbi, rappresentati da un simile scellerato comportamento.
  2. Dall’altra, qualcuno, non pochi per dirla tutta, si si è domandato se per cosa tutta questa improvvisa “mammitudine” non sia, in realtà, atta a sostenere il dibattito politico attualmente in corso, riguardante le unioni civili, la famiglia, le coppie omosessuali.

In entrambi i casi, è evidente che per quanto possa essere considerato un gioco, quasi nulla di quello che succede sulla rete rimane gioco a lungo e, a prescindere da quelle che siano le motivazioni iniziali, diventa immediatamente altro da sè sotto l’effetto di pregiudizi, dubbi, paure collettive, teorie…

Ovviamente, si tratta di approfondimenti e dibattiti che si consumano a latere, sulle bacheche private di questo o quello, in lenzuola di commenti che a volte ingarbugliano anziché spiegare.
Però è interessante notare come quello che viene percepito, dalla maggioranza, come attività ludica da praticare sui social, possa diventare di per sè motivo di un’indagine sociale e socioogica. Sulle abitudini delle persone, sulle loro convinzioni, i loro terrori.

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