Le domande educative dei genitori

Oggi si incontrano tanti genitori preoccupati per i loro figli e per il loro futuro.
Cadute le certezze pedagogiche di un tempo, in questo periodo di transizione e di passaggio tra il venir meno delle istanze conservative e il bisogno e la necessità di rinnovamento, svecchiamento ed evoluzione, si assiste a un completo spaesamento dei genitori in campo educativo.
Un papà si domanda: ‘Farò bene a porre dei limiti a mio figlio, anche quando avrà raggiunto la maggiore età ?‘ e una mamma chiede: ‘Qual é il modo giusto per comunicare con un bimbo piccolo?‘.
Questi sono solo due esempi rispetto alle molteplici domande che assillano la mente e che coinvolgono il cuore di molte madri e dei tanti padri di oggi. A queste e a molte altre domande i genitori vorrebbero una rapida e univoca risposta, ma purtroppo non esistono ricette in educazione che vadano bene per tutti i bambini, per tutti i genitori, per tutte le famiglie.

Occorre necessariamente conoscere più elementi della famiglia in questione per costruire per quella specifica relazione mamma – bambino o padre – adolescente una risposta, che meglio si adatti anche al momento esistenziale che stanno vivendo e attraversando. La soluzione che risponde ai bisogni e alle necessità di una diade relazionale o di un nucleo familiare non sarà adatta alle esigenze e ai vissuti di altre situazioni familiari.

Ogni domanda come ogni risposta va contestualizzata, così come ciò che funzionava con un figlio di tre anni non si adatta più a un figlio che si affaccia alla scuola elementare. Tra i genitori é forte la tentazione dell’affidarsi a ciò che ha funzionato per la famiglia dell’amico/a, o alle ricette che corrono via web adatte per tutti e per i bisogni di ciascuno, oppure metodo ancor peggiore é quello di ricorrere al farmaco per annullare i problemi dei bambini: legati all’insonnia, all’inappetenza, all’iperattività , all’apatia del proprio figlio; dimenticando ed eliminando l’importanza della dimensione relazionale perchè tema più complesso, delicato e coinvolgente.

Il coinvolgimento potrebbe portare scompiglio e sconvolgimento anche all’equilibrio a volte precario degli stessi genitori. In questo modo, però, si mettono a tacere le domande, le risposte, il dialogo e il flusso del dibattito tra genitori e figli indispensabile per la crescita sana di un bambino, di un adolescente, dei genitori stessi e quindi dell’intero sistema familiare. Sparite, dunque, le certezze educative delle generazioni precedenti é necessario rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro per costruire tutti insieme: figli, genitori, educatori, esperti e specialisti pedagogici risposte inedite a inediti problemi.

Soltanto così si potrà avere fiducia e speranza in un futuro fatto di comprensione, accoglienza, ascolto e dialogo anche quando questo si potrà trasformare in dibattito vivace, ma sempre carico d’affetto; cercando di non declinarlo in una chiusura caratterizzata da silenzi e da domande che non trovano alcun riscontro e accoglimento, é allora che il futuro può e potrebbe mettere ansia e far paura, perchè si sperimenta la solitudine. La paura e la solitudine vanno combattute attraverso il dialogo tra i diversi protagonisti dell’educazione, é così che ogni domanda non cadrà nel vuoto, ogni problema troverà la soluzione più adeguata e ogni sistema familiare potrà ricominciare ad avere uno stabile equilibrio emotivo.

Per scrivere o contattare la dottoressa Chiara Corte Rappis é possibile scrivere all’indirizzo chiara.corterappisATyahoo.it oppure telefonare al numero 349-7898300. Per maggiori informazioni, é possibile anche consultare il sito www.spazioeterotopico.it

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