Le italiane. Viste da fuori
Donne italiane viste e raccontate da altre donne. Un'inchiesta di D di Repubblica spiega come ci vedono (e ci giudicano) le straniere.

Donne italiane viste e raccontate da altre donne. Un'inchiesta di D di Repubblica spiega come ci vedono (e ci giudicano) le straniere.
L’inchiesta è interessante. E per questo abbiamo deciso di segnalarla. Perché molto spesso facciamo fatica a vederci da fuori. Ad avere su noi stesse un giudizio oggettivo ed equilibrato. Così, sapere cosa pensano di noi le nostre coetanee straniere è un modo per imparare a conoscerci meglio, condividendo o meno il loro punto di vista.
L’articolo in questione, pubblicato su D di Repubblica scritto da Raffealla Borea, mette proprio in luce quella che l’opinione di alcune donne straniere che vivono in Italia in merito alle donne italiane.
E non sono tutte rose e fiori….
Forse non ce ne rendiamo conto, ma per le straniere noi italiane siamo ossessionate dal look, completamente fagocitate dalle esigenze della moda, incapace di accettarsi senza prima aver indossato la perfezione. Naturalmente, questo portando l’opinione delle intervistate (donne del Nord Europa, tedesche, spagnole, messicane…) alle estreme conseguenze. Vero è, però, che dalle interviste emerge una donna desiderosa di apparire e di essere considerata anche per il suo apparire.
Per la donna italiana concetti come praticità e comfort sono del tutto sconosciuti. Per lei, quello che conta, è il giusto abbinamento, il fashion, l’essere sempre presentabile in qualsiasi situazione.
Sarà anche vero. Ma verrebbe da dire che in fondo l’abito fa il monaco e certe sciatterie non sono, comunque, davvero tollerabili.
In un paese fortemente maschilista qual è il nostro, non è difficile pensare che una straniera possa vederci come remissive e assolutamente incapaci di liberarci dalla dicotomia lavoro/famiglia, laddove spesso siamo chiamate a rinunciare a onori e carriera in virtù del valore supremo che è la famiglia.
Questo è in parte vero. La donna italiana ha la tendenza a volere accentrare nelle sue mani tutto: la vita familiare, le incombenze domestiche, l’educazione e l’intrattenimento dei figli, il lavoro. Ed, effettivamente, fatica e non poco a delegare. E a far valere i suoi diritti, laddove ci sono, per una reale parità di opportunità per entrambi i sessi.
Il punto di vista delle straniere rispetto a questo aspetto appare quasi lusinghiero. In un certo senso è come se si chiedessero: ma come fate? Come fate a far tutto con Istituzioni che non vi favoriscono, uomini non disposti a rinunciare alle loro posizioni e ruoli, padri che faticano a prendersi le loro responsabilità?.
La mamma italiana è, per eccellenza, la mamma chioccia. Recentemente era uscita un’inchiesta negli Stati Uniti su questo argomento in cui, appunto, la donna italiana veniva elogiata per la sua capacità di dare amore, ascolto e accoglienza alle esigenze dei figli, il perno intorno al quale ruota la vita femminile dalla gravidanza in avanti.
Se questo è indubbiamente ammirevole, è anche vero che è fortemente penalizzante. Soprattutto in ambito lavorativo dove l’affidabilità professionale sembra essere legata a parametri quali orari del nido, pappe, malattie, riunioni scolastiche…
La colpa, oltre che dall’assenza di strutture sociali adeguate, è dei mariti/ compagni, relegati al ruolo di amici dei figli, piuttosto che educatori a tempo pieno. Per leggere l’articolo di Raffaella Borea cliccate qui
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