Lo sviluppo del linguaggio e le prime parole

Sebbene tutti i genitori del mondo si illudano che la prima parola pronunciata dal bambino sia mam-ma, la verità è che spesso quelle due sillabe messe l’una accanto all’altra altro non sono che i primi tentativi del piccolo di dar fiato alla bocca, di sillabare appunto. Ma-ma, così come pa-pa o na-na…, non sono davvero parole, ma sono fondamentali per aprire la porta al linguaggio vero e proprio che si sviluppa più tardi, generalmente tra i 13 e i 18 mesi, e che è fortemente influenzato dall’ambiente sociale in cui il bimbo si trova a vivere (numerosità famiglia, fratelli maggiori, asilo nido..).

Se, infatti, molte delle cose che si dicono a proposito delle prime parole pronunciate dai bambini siano false (per esempio che le femmine sono più precoci), è assolutamente vero che più il piccolo è immerso in un ambiente ‘sonoro’, dove per sonoro si intende fatto di discorsi, parole, frasi, più velocemente lo schema linguistico si formerà nel suo cervello e il bimbo sarà in grado di esprimersi attraverso la parola.

Di solito intorno ai 24 mesi il bambino ha sviluppato un vocabolario di un centinaio di parole, ma è intorno ai 30 mesi che inizia a comporre vere e proprie frasi di più di due parole.

LA PAROLA MAMMA (e le altre…)
Assodato che il più delle volte il ma-ma, rappresenta più un tentativo di sillabare che di chiamare la mamma, è quasi sempre vero che le prime parole che il bimbo pronuncia hanno a che fare con esigenze primarie: pappa, nanna, ciuccio. I più audaci imparano in fretta anche a dire acqua, frutta (o i vari frutti che offrite loro quotidianamente), pane, pasta…
La parola mamma arriva dopo, di solito. Per lo più quando il bambino capisce che chiamandola con il suo nome, la mamma risponde al richiamo. A quel punto il meccanismo per quel tipo di parole è scattato. In breve tempo imparerà, perciò, a chiamare papà, nonna, nonno, zio, zia, tata…
Nel frattempo il linguaggio continua ad ampliarsi ed evolversi. In qualche modo, il cervello del bebè comprende che gli oggetti hanno un nome e che pososno essere chiamati con quel nome. Non solo. A pochi mesi il bambino capisce che ‘chiamare’ gli oggetti significa ‘comunicare’. 

COME AIUTARE IL BAMBINO A SVILUPPARE IL LINGUAGGIO
Premesso che ogni bambino ha tempi suoi che non andrebbero forzati, è ormai dimostrato che alcune situazioni e alcuni stimoli provenienti dal mondo esterno sono fondamentali per aiutare il piccolo a migliorare la sua capacità comunicativa e a implementare il suo vocabolario.

  • Mamma e papà dovrebbero sempre parlare al bambino utilizzando una terminologia corretta e senza storpiare le parole. Questo sin dalle primissime settimane. Non importa se il neonato non comprende il significato di quegli strani suoni. In qualche modo questi gli entrano dentro maturando fino al momento in cui è pronto per pronunciare le prime sillabe all’inizio e le prime parole dopo.
  • La lettura ad alta voce, già a partire dai 6 mesi, è uno strumento utilissimo per aiutare il bebè a sviluppare il linguaggio. Non va imposta al bambino se questi in un certo momento non sembra gradire. Ma proposta continuamente come una delle tante attività da fare insieme.
  • Ascoltare radio, televisione, cd, tablet…. non è come ascoltare la voce viva di mamma e papà. Se volete, quindi, raccontare una fiaba al bambino, fatelo personalmente. Senza affidarvi a strumenti terzi. Nello sviluppo del linguaggio, infatti, sono fondamentali anche tutti quei messaggi che non necessariamente passano attraverso la parola: pause, sospensioni, momenti di riflessione, mimica facciale….
  • L’alimentazione è molto importante. Alcuni alimenti sono preziosi, nei primi mesi, perché aiutano lo sviluppo cerebrale a cui quello linguistico è strettamente correlato. In particolare gli omega 3 sono preziosi nei primi mesi di vita del bambino. E la mamma dovrebbe cominciare a fornirli al bebè già a partire dagli ultimi mesi di gravidanza e poi, dopo, attraverso il latte curando la propria alimentazione. 
  • Non forzare i tempi del bambino. Al momento opportuno, quando si sentirà pronto per farlo, parlerà.
  • Giocare con il bambino a fare le boccacce è un modo molto divertente per sviluppare i muscoli facciali che sono interessati nel processo di fabulazione. In altre parole, fare le boccacce aiuta i piccoli a sciogliere la lingua.

Di solito intorno ai 24 mesi il bambino ha sviluppato un vocabolario di un centinaio di parole, ma è intorno ai 30 mesi che inizia a comporre vere e proprie fradi di più di due parole.

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