Naspi dopo la maternità, come si può richiedere: guida completa per le neo mamme
Pochi ne parlano, ma è possibile richiedere la NASpI anche dopo la maternità e anche nel caso si chiudesse il contratto di lavoro.
La maternità è sicuramente un periodo più che complicato per le neo mamme, soprattutto quando si “sovrappone” agli impegni lavorativi, che finisco in secondo piano. Tra aspettative e maternità, molte lavoratrici si trovano spesso a dover affrontare anche la chiusura definitiva del proprio contratto di lavoro.
Tra le domande più frequenti infatti, c’è quella relativa alla possibilità di richiedere la NASpI dopo o durante la maternità, un tema che genera confusione. Le regole cambiano in base al momento della cessazione del rapporto di lavoro e alla fase della maternità in corso, aumentando la difficoltà di accesso.
Capire come funziona la compatibilità tra indennità di maternità e NASpI permette quindi di evitare errori che potrebbero compromettere le richieste di sostegno economico. È un’informazione preziosa per chi desidera tutelare il proprio percorso professionale anche durante la gravidanza, assicurandosi un introito stabile, almeno nei mesi più difficili.

La normativa prevede situazioni diverse a seconda che la maternità sia obbligatoria, anticipata o già conclusa, rendendo necessario orientarsi con molta attenzione. Conoscere le tempistiche corrette, inoltre, aiuta a presentare la domanda senza rischiare ritardi o sospensioni, creando così un quadro ancora più conveniente.
La NASpI è un’indennità riconosciuta ai lavoratori dipendenti che perdono il lavoro in modo involontario e può essere compatibile con la maternità in specifiche condizioni. Durante il congedo obbligatorio, che copre 2 mesi prima e 3 mesi dopo il parto, non è possibile percepirla perché si riceve già l’indennità di maternità.
Se il rapporto di lavoro termina durante il congedo obbligatorio, la NASpI può essere richiesta dal primo giorno successivo alla fine del congedo. Quando invece la cessazione avviene prima dell’inizio del congedo, la domanda può essere presentata immediatamente, in quanto non si percepisce ancora una remunerazione.
All’avvio della maternità obbligatoria l’INPS sospende automaticamente la NASpI e la riattiva al termine del periodo comunicato, così che i due sussidi non si accavallino. Dopo la maternità è possibile richiedere la prestazione entro 68 giorni dalla fine del congedo, rispettando i requisiti contributivi previsti.
In caso di maternità anticipata, la lavoratrice riceve l’indennità specifica e non può quindi percepire contemporaneamente la NASpI, anche in questo caso restano separate. La domanda può essere presentata entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto, ma l’erogazione partirà solo dopo la conclusione del congedo complessivo.
Le dimissioni entro il primo anno di vita del bambino sono considerate tutelate e permettono l’accesso alla NASpI, previa convalida dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro. Per presentare la domanda sono necessari documenti come carta d’identità, modello SR188, contratto scaduto, lettera di licenziamento e ultima busta paga.
È importante verificare con attenzione date, contributi e certificazioni per evitare sospensioni o respingimenti, ogni documento deve essere controllato e ufficiale. Errori comuni riguardano date errate, omissioni contributive o domande presentate oltre i 68 giorni previsti dalla normativa, gestire le tempistiche consente di accedere all’indennità senza complicazioni.
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