Neonati, quando spuntano i primi dentini e cosa fare per allievare il fastidio
Il primo dentino spunta tra i 4 e i 10 mesi: ecco come riconoscerlo, alleviare il fastidio e quando andare dal dentista.
La comparsa del primo dentino è una delle tappe più importanti nei primi mesi di vita di un bambino. Non ha una data fissa: in media avviene attorno ai 6 mesi, ma può presentarsi anche a 4 o 10 mesi, senza che questo rappresenti un’anomalia. Secondo la Società Italiana di Odontoiatria Infantile (SIOI), l’ordine di eruzione dei denti da latte segue un ritmo fisiologico, soggetto a variazioni individuali. I primi denti a spuntare sono in genere gli incisivi centrali inferiori, seguiti da quelli superiori e poi dai molari e canini, fino al completamento dell’intera dentizione intorno ai 30-36 mesi.
Per molti genitori, capire se un bambino sta mettendo i denti può essere un’impresa. I segnali però ci sono, e si manifestano con discreta chiarezza. Le gengive gonfie e arrossate, la salivazione abbondante e la tendenza a mordere ogni oggetto a portata di mano sono sintomi frequenti. A questi si aggiungono spesso irritabilità, difficoltà a dormire e un generico senso di fastidio che il piccolo fatica a esprimere. In alcuni casi si osserva anche un lieve aumento della temperatura corporea, ma la febbre alta non è un sintomo diretto della dentizione. Quando il termometro sale oltre i 38°C è sempre consigliabile consultare il pediatra.
È importante distinguere ciò che è normale da ciò che può richiedere attenzione medica. La dentizione, per quanto fastidiosa, non dovrebbe mai essere fonte di dolore estremo o sintomi gravi. I genitori devono osservare con attenzione i cambiamenti nel comportamento del bambino, senza cadere in eccessi o sottovalutazioni.

Per alleviare il fastidio, esistono strumenti sicuri e approvati: massaggiagengive refrigerati, giochi da mordere in silicone atossico, garze fredde da applicare con delicatezza. L’approccio consigliato da SIOI è sempre non farmacologico: evitare gel anestetici o farmaci da banco se non prescritti dal pediatra. Anche coccole, giochi e distrazioni aiutano ad abbassare il livello di disagio, soprattutto nei momenti di maggiore irritabilità. Il ruolo del genitore in questa fase è fondamentale: ascoltare, osservare, rassicurare, senza cercare soluzioni troppo invasive o immediate.
L’eruzione del primo dentino rappresenta anche il momento giusto per prenotare la prima visita odontoiatrica pediatrica. Secondo le linee guida, il controllo dovrebbe avvenire entro il primo anno di vita, anche in assenza di problemi evidenti. Una scelta preventiva che consente di monitorare l’allineamento, la salute delle gengive e prevenire eventuali carie da biberon.
Il dentista pediatrico è una figura chiave per educare i genitori alle corrette pratiche di igiene orale nei primi anni, dalla pulizia con garza prima della dentizione all’uso dello spazzolino per neonati non appena compaiono i primi incisivi. Anche senza dentifricio, l’abitudine al gesto quotidiano di pulizia serve a costruire una routine, evitando accumuli di batteri e predisposizione alla carie.
Durante la visita, il professionista può valutare eventuali anomalie, come eruzioni ritardate o disallineamenti, oltre a fornire indicazioni personalizzate in base allo sviluppo del bambino. La visita precoce serve anche a familiarizzare il piccolo con l’ambiente del dentista, evitando che lo associ a un contesto ansiogeno in futuro.
Educare il bambino fin da subito alla cura dei denti significa promuovere un rapporto positivo con l’igiene orale, riducendo il rischio di problematiche complesse in età scolare. I controlli periodici, già dai primi mesi, diventano parte di una cultura della salute quotidiana, in cui la prevenzione vale più della cura. Il genitore ha un ruolo centrale: non solo come osservatore, ma come modello e guida per i primi gesti di autonomia del bambino.
Nel percorso della crescita, il primo dentino non è solo un segnale biologico: è un piccolo traguardo che annuncia il passaggio a nuove fasi, tra cucchiaini, sorrisi nuovi e notti meno tranquille. Conoscere i segnali, sapere cosa fare e rivolgersi agli specialisti giusti permette di affrontarlo con maggiore consapevolezza e serenità.
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