Papà: poco presenti nella crescita dei figli

State the world’s of father è il primo rapporto mondiale, esteso a tutti i Paesi del mondo, che cerca di comprendere il ruolo svolto dagli uomini nell’accudimento dei figli e nella gestione del menage familiare.
In base a questo rapporto, circa l’80% della popolazione maschile mondiale è destinato a diventare padre e sempre secondo il medesimo studio, laddove l’incidenza della figura paterna nella crescita e nell’educazione dei figli, è stata incisiva, laddove il padre è stato una figura presente e attiva, maggiore è il benessere della prole e maggiori i vantaggi per tutta la società.
Nello specifico, emerge che:

  • Vita prenatale: quando il padre è presente durante la gravidanza della donna e partecipa attivamente al parto, mamma e bambino sono più sani, diminuiscono i rischi durante i nove mesi e si abbassa la percentuale di donne soggette a depressione post partum dopo la nascita del bambino.
  • Puerperio: i padri che hanno goduto del permesso parentale e lo hanno sfruttato a pieno, sono più inclini a prendersi cura dei loro figli anche nelle cose più pratiche (cambiarli, dar loro da mangiare, farli addormentare…)
  • Infanzia e adolescenza: nessun dubbio sugli effetti benefici della presenza della figura paterna sulla vita dei figli negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza. Laddove il padre c’è e ha un ruolo attivo nell’educazione, nella crescita e nell’accudimento dei bambini, questi risultano più sani, sereni e felici e con meno problemi durante gli anni duri dell’adolescenza.
  • Età adulta: i figli che hanno avuto come riferimento padri presenti e impegnati anche nella gestione del menage familiare in tutti i suoi aspetti, sono mediamente più inclini a prendersi cura della casa, della spesa, della cucina…

In generale, però, quanto è emerso dal rapporto, è che i padri, a prescindere dal loro Paese di provenienza, sono mediamente meno coinvolti e presenti nella crescita dei figli, meno attivi nello sbrigare le faccende domestiche, poco incentivati a usufruire dei congedi di paternità (laddove questi siano previsti dalla legislatura).
Eppure, ben il 77% degli intervistati si dichiarerebbe pronto a diminuire il numero di ore lavorative a fronte della possibilità di trascorrere più tempo con i propri figli e, secondo lo stesso rapporto, coloro che lo fanno, in generale, godono di maggior salute, fisica e mentale, e maggiori aspettative di vita. Oltre al fatto che la paternità sembrebbe regalare a tutti una sorta di gioia di vivere non sempre presente in chi non segue direttamente o segue proprio i bambini.

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