Paracetamolo: è davvero sicuro?

Da anni si discute sull’abuso di farmaci per accelerare la guarigione dei bambini. La polemica su antibiotici prescritti e dati come fossero acqua fresca non è cosa di oggi e da tempo, ormai, infiamma i dibattiti sull’argomento. Medici e pediatri, in un certo senso, si sono impegnati per fare formazione presso le famiglie, insegnando loro a utilizzarli nel modo corretto, solo sotto stretta prescrizione medica e solo in caso di patologie batteriche. Inutili, infatti, per combattere i virus, hanno anche pesanti effetti collaterali che possono compromettere il benessere, più che la salute, dei bimbi.
Diverso, invece, è il caso degli antifebbrili. Considerati spesso, e a torto, innocui e dati ai bimbi senza alcuna indicazione medica, al primo rialzo febbrile.
Ma sono davvero così innocui? E a cosa servono, esattamente?

FEBBRE. COME SI CURA?
La febbre non è una patologia, ma la reazione dell’organismo per difendersi dai virus. Il rialzo febbrile, quindi, anche quando importante, non dovrebbe preoccupare i genitori che, anzi, dovrebbero considerarlo come la prova che il sistema immunitario del bambino sta lavorando per riportarlo alla guarigione.
Purtroppo, invece, quella che viene definita febbre-fobia sembra colpire tutti o quasi tutti e alle prime linee di febbre il bambino viene “curato” con antifebbrili (sotto ai sei anni, farmaci a base di paracetamolo e, da qualche anno, di ibuprofene) per far scendere la temperatura.
Niente di più sbagliato. Lo scopo degli antipiretici non dovrebbe essere quello di eliminare la febbre, ma, eventualmente, di alleviare il malessere del bambino, laddove questo sia presente (e spesso non lo è affatto). Insomma, se il piccolo sembra infastidito dagli effetti collaterali della temperatura elevata, può avere un senso dargli il farmaco. In caso contrario, anche di fronte a temperature che superano i 38°, no.

IL PARACETAMOLO È DAVVERO INNOCUO?
In Italia sono i farmaci a base di paracetamolo a essere maggiormente utilizzati in età pediatrica. Vengono usati per qualsiasi evenienza, sia come antipiretici che come analgesici: il bambino ha la febbre? Paracetamolo. Il bambino sta mettendo i dentini? Paracetamolo. Il bambino ha mal di testa? Paracetamolo. Il bambino ha fatto le vaccinazioni? Paracetamolo. La donna è incinta e non si sente bene? Paracetamolo.
Insomma, il paracetamolo come panacea di tutti i mali.
Ma è davvero così privo di controindicazioni?
Assolutamente no. I danni di un uso smodato e scriteriato del paracetamolo e dei farmaci a base di sono noti da tempo e riguardano soprattutto il fegato. Recentemente, però, è stato anche dimostrato che i bambini che abbiano fatto uso continuato di paracetamolo sotto ai 15 mesi siano maggiormente esposti al rischio di diventare sensibili agli allergeni e di sviluppare sintomi come l’asma entro i sei anni di età.
L’altro farmaco noto come antipiretico nella prima infanzia è a base di ibuprofene, un principio attivo che in Italia è stato introdotto da poco nella farmacologia pediatrica ma che sta riscuotendo un discreto successo, rimpiazzando, talvolta, il più noto medicinale a base di paracetamolo.
Gli effetti collaterali, in questo caso, hanno a che fare con danni all’apparato gastro-intestinale, soprattutto in bambini predisposti a sanguinamenti.

Per saperne di più sui farmaci, è possibile consultare il sito Informazione sui farmaci.

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