Parto indotto

Si considera a termine un parto che si verifica tra la 38° e la 41° settimana di gravidanza. Oltre questo limite, generalmente, il parto viene indotto in ospedale per evitare che il feto possa andare in sofferenza anche perché, già dopo la 40° settimana, la placenta inizia a invecchiare e, spesso, smette di svolgere correttamente il suo ‘lavoro’.
D’altra parte, per le future mamme, le ultime settimane sono le più faticose non solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico dal momento che il desiderio di vedere il bambino tanto atteso cresce esponenzialmente man mano che la data presunta si avvicina o viene superata.
Esistono, però, dei metodi ‘naturali’ per accelerare l’inizio del travaglio? E quanto sono efficaci?



SCIENTIFICAMENTE PROVATI
Tra i metodi che vengono consigliati alle future mamme per accelerare l’inizio delle contrazione e, di conseguenza, del travaglio, il più gettonato è senza dubbio l’incremento dei rapporti sessuali. E’ risaputo, infatti, che lo sperma maschile contiene prostaglandine, un ormone che facilita il rilassamento della cervice e che viene, infatti, utilizzato, sotto forma di gel, per dare il via al travaglio vero e proprio nei casi di parto indotto.
Il sesso, inoltre, sollecitando l’utero ne provocherebbe le contrazioni, anch’esse utili per permettere al collo di accorciarsi e al bambino di scendere nel canale del parto.

Un altro sistema che parrebbe aiutare la futura mamma a entrare in travaglio è la stimolazione dei capezzoli. Anche in questo caso il motivo è presto spiegato: la stimolazione favorirebbe la produzione di ossitocina, l’ormone responsabile delle contrazioni.

Numerosi, poi, sono i rimedi omeopatici utilizzabili nell’ultimo mese di gravidanza per arrivare preparati al parto. E’ sufficiente rivolgersi alla propria ostetrica o ginecologa per sapere quali sono i più indicati.

TENTAR NON NUOCE
Sottoporre l’utero a qualche sollecitazione potrebbe essere utile, negli ultimi giorni di gravidanza, ad accelerare il momento del parto.
Ecco perché si consiglia alla futura mamma, senza che, però, ci siano prove certe della riuscita dei sistemi, di camminare molto, fare le scale in discesa, passeggiare in salita, dedicarsi ai lavori di casa, pulire i vetri…
Si tratta, appunto, di ‘tentativi’ che non hanno alcun supporto scientifico ma che potrebbe valer la pena mettere in atto.

Detto questo, però, è bene ricordare che l’80% nasce oltre termine e che pochi rispettano la data presunta parto. Inoltre, è confermato che è il feto a ‘decidere’ quando dare il via al travaglio e, quindi, al parto e che, salvo complicazioni, è comunque meglio restare ai suoi tempi che sono, poi, i tempi naturali.
Inoltre, a conforto delle future mamme, la consapevolezza che più in là avviene il momento della nascita (ovviamente, entro la 42°) maggiore sarà il peso del bambino e, di conseguenza, la sua capacità di adattarsi al mondo, di succhiare e di far partire l’allattamento.

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